
L’intervista al sognatore è un piccolo strumento per familiarizzare con la dimensione del sogno: si può utilizzare con persone desiderose a loro volta di esplorare i propri sogni, e con cui siamo in confidenza e in sintonia. Ci si può intervistare a vicenda, si possono aggiungere domande specifiche relative al sogno raccontato. Esercitarsi ad osservare ed accogliere i sogni può, nel tempo, essere utile per imparare a vedere il materiale onirico come una narrazione dotata di struttura e di senso.
Sentire raccontare un sogno, provare a risuonare con le immagini e le dinamiche raccontate, può essere un’esperienza relazionale e sociale emozionante.
Qualche indicazione utile
1) Raccogliere il racconto del sogno, chiedendo al sognatore di utilizzare il tempo presente. Nel frattempo è utile farsi un appunto o uno schema del sogno, segnando parole chiave e passaggi importanti della narrazione, insieme a immagini, emozioni e pensieri che ci vengono in mente, in modo libero.
2) Al termine del resoconto onirico al sognatore si possono fare delle domande generali e specifiche, dando particolare rilievo all’emozione prevalente. Stando nella dimensione emozionale il sognatore può essere facilitato a cogliere anche l’ambito della vita di veglia rappresentato in sogno: una relazione (sentimentale o amicale), un progetto, una questione lavorativa, familiare o personale. Le domande sul contesto di vita forniscono elementi utili a cogliere la tematica trattata nel sogno.
3) Raccolte le risposte alle domande si possono formulare insieme delle ipotesi sul sogno. Si può intercettare una dinamica, lavorare su un simbolo (ad es. aiutandosi con un buon dizionario dei simboli), stare su un colore o su un’immagine che si sente significativa.
Muoversi nello spazio del sogno e tra i suoi elementi può aiutare il sognatore a comprendere meglio la prospettiva onirica e i suoi rimandi alla vita di veglia. A sua volta l’intervistatore, che è partecipante ma occupa una posizione esterna al sogno, può accompagnare il sognatore offrendo il suo sguardo, le sue risonanze e le sue connessioni. Si possono condividere i propri contenuti e aiutare l’altro a contattarne di propri, raccontando un sogno, un ricordo, una canzone, un libro, un film, un evento della sua vita etc). Si apre così un dialogo a più voci tra vissuti, esperienze ed emozioni.
Domande per l’intervista
- Quale titolo daresti al sogno?
- Quali emozioni hai provato durante il sogno?
- Quale sensazione hai provato al risveglio?
- Quanti sensi hai usato in questo sogno?
- Cosa ti è successo il giorno prima del sogno (o nei giorni precedenti), a cosa hai pensato in modo particolare, cosa ti ha colpito (sia in positivo che in negativo)?
- Che periodo stai attraversando in generale?
- Le persone del sogno fanno parte della tua vita? Se sono conosciute con quali parole chiave le definiresti? Che rapporto hai con loro nella realtà?
- Gli attori del sogno possono rappresentare delle parti di noi: riconosci una qualità che desidereresti integrare o un modo di essere/comportarsi verso cui sei in rifiuto e che l’Altro onirico incarna? (aiutarsi con le parole chiave);
- Se sono presenti animali o forze della natura, come si rapportano a te e come ti rapporti a loro? C’è alleanza o scontro? Nella realtà come percepisci questi animali o elementi?
- Cosa pensi possa descrivere il sogno rispetto alla tua situazione attuale?
- Se sì senti che il sogno ti ha fornito un piccolo insegnamento? O ha suscitato domande e riflessioni?
- Dalla prospettiva che ti offre il sogno c’è qualcosa che si chiarisce rispetto alla tematica che rappresenta?
Le domande possono essere molte di più e diverse da quelle elencate, ma queste per iniziare sono sufficienti. Quando si parla di materiale onirico c’è sempre molto di personale e sensibile: per condividere i sogni e per dialogare con loro ci occorrono calore, ascolto, sensibilità e attenzione. Spesso i sogni sono storie del Mondo e insegnamenti che possono risuonare ed essere significativi anche per chi li ascolta.
Brevi e semplici indicazioni operative
La struttura drammatica del sogno
Il sogno può seguire la cosiddetta struttura drammatica (Jung): quando si configura come una piccola storia, la narrazione può essere scomposta e riassunta per atti. Questo lavoro può facilitare la relazione con i contenuti del sogno e i loro significati.
E’ possibile entrare in dialogo con gli stessi personaggi onirici: persone reali o oniriche, animali noti o fantastici. A ciascuno di essi si possono attribuire due o tre aggettivi, così di pancia, senza pensarci troppo. Con queste caratterizzazioni istantanee alla mano si può verificare se si creano nessi con emozioni e pensieri di veglia, con persone e/o situazioni dell’ambiente di vita del sognatore. Se questo lavoro funziona, allora si può avere un accesso agevolato al senso della loro presenza nel sogno.
La STRUTTURA DRAMMATICA del SOGNO
La trama essenziale del sogno
Un altro metodo per scomporre il sogno in unità di senso è la tecnica di riassunto proposta da E. Cayce: fare una breve descrizione della trama essenziale del sogno. In questo modo è possibile evidenziare il modello di ciò che sta accadendo nell’esperienza onirica. Allenandosi con la stesura del riassunto è possibile notare come la maggior parte dei riassunti può essere inserita in uno di questi tre modelli:
- qualcuno (con una descrizione) sta facendo qualcosa (specificazioni) a qualcuno (con un descrizione);
- qualcuno (con una descrizione) si trova in un certo tipo di situazione;
- delle cose stanno accadendo (in un certo modo).
La Teoria della Metafora Concettuale applicata al sogno
Per chi vuole addentrarsi nel mondo della Metafora come forma rappresentazionale trasversale al pensiero di veglia e a quello onirico, consiglio vivamente la lettura del seguente articolo di R. Bichisecchi e M. Bolognesi, Quaderni di Psicoterapia Comparata -3/2014.
“[…] le metafore oniriche dei pazienti in terapia sono spesso riconducibili ad alcune delle metafore concettuali identificate da Lakoff e Johnson, e costituiscono importanti segnali per il terapista, sul procedere del trattamento. Ad esempio, Eynon riporta il sogno di una paziente affetta da depressione, nel quale una pecora era caduta negli abissi dell’oceano e stava lentamente risalendo in superficie. Questo sogno, come indica l’autrice, contiene almeno due delle metafore concettuali identificate nell’ambito della CMT: good is up (il bene è in alto), e mental states are locations (ovvero gli stati mentali sono luoghi fisici). La lenta risalita della pecora verso la superficie dell’oceano dovrebbe indicare al terapista che il cambiamento sta progredendo e la paziente, che era “caduta in depressione”, sta lentamente risalendo verso uno stato mentale positivo e sicuro. Infine Lakoff stesso ha applicato la CMT all’analisi di alcuni sogni, e ha suggerito che la funzione delle metafore oniriche è quella di permettere una mappatura del sogno sul significato del sogno stesso, portando così alla luce emozioni ed elementi subconsci che fanno parte dell’identità del sognatore”.
http://www.psicoterapiacomparata.it/images/quaderni/03/Riflessioni2.pdf
Buone condivisioni oniriche a tutte/i!
Marta