Vi presento la Raccolta sogni vol. 2, antologia onirica in cui convergono sogni fatti durante il lockdown. Ringrazio chi li ha condivisi. Chi desiderasse contribuire ad ampliare questa pagina può scrivere all’indirizzo [email protected]
L’apertura delle Acque
“In uno spazio indefinito, un paesaggio di un altro pianeta senza vegetazione, vedo due bambini, un maschio e una femmina, di circa 6-7 anni. Intorno non c’é nulla. La luce e’ quella del giorno, ma è come indiretta, senza essere crepuscolare. I due bambini mangiano del cibo -di cui hanno una piccola scorta in tasca- che provoca cambiamenti fisici in altezza e grandezza. Sembra stiano mangiando il fungo del Brucaliffo. Dopo alcune trasformazioni, il bambino diventa piccolo piccolo, mentre la femmina è diventata gigante (proporzionata nelle forme) e dice al bambino “oh guarda, ora ho due pinne”, guardandosi con il busto ruotato e non senza una certa sorpresa. Le pinne sono celestino-bianche e funzionano ancora come due gambe, ci sta in piedi. La bambina ha le fattezze di una donna.
Ora la luce cambia, si fa più notturna, ma c’è ancora molta visibilità. La donna gigante sirena inizia a camminare (a sinistra della scena), con molta decisione, come sapendo cosa fare. Nell’avanzare fa un gesto con il braccio destro: dal centro del petto, con un movimento ad arco e in parallelo verso l’esterno, lo apre fino a stenderlo. Con questo gesto le acque del mare si aprono appena intorno a lei ed ecco che appare lo spirito di Nettuno, di colore azzurro tenue, che subito si dirige nell’acqua che cinge la figura della donna, per poi immergersi del tutto. Ad ogni passo successivo di lei, le acque si estendono a formare l’oceano fino ad occupare tutto lo spazio vuoto. Sembra la genesi di un nuovo mondo.
Una terza figura, forse il bambino trasformato in uomo, cammina alla destra della donna, qualche passo più avanti, con uno scettro nella mano destra (la forma ricorda un tridente)”.
Note della sognatrice: in data 14 marzo 2020. Mi sembra che il sogno rappresenti la genesi di un nuovo mondo, a seguito della “chiusura” del mondo esterno, fisico e reale. In questo tempo stanno riemergendo studi e passioni cui non riuscivo a dedicarmi in modo pieno da diversi anni.
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Il dono della chiave
“È mattino e mi sveglio in un lettone, sdraiata sul lato destro e coricata sul lato destro del grande letto. Le lenzuola sono di un bellissimo verde, cangiante tra l’intenso e dei punti di luce, e le stoffe sono pregiate. Una grande finestra illumina la stanza di una fresca luce mattutina; si trova sulla parete opposta a quella del letto. Dall’altro lato del lettone c’è D.. Siamo amiche e io ho dormito da lei come succede quando si è giovani. Mi giro chiedendole qualcosa a proposito di una chiave, e vicino al volto sulla sinistra mi ritrovo una chiave dorata con un nastrino lungo. Insomma vedo la chiave mentre sto finendo di farle la domanda. E lei mi dice “te l’ho già messa lì”, divertita del fatto che non avevo fatto in tempo a chiedere che già avevo avuto la risposta. Prendo la chiave, sapendo che apre un piccolo scrigno dove posso conservare qualcosa di prezioso. Al suo collo c’è una chiave dorata simile, sempre con un nastrino. So che mi ha fatto un dono prezioso”.
Note della sognatrice: la presenza della chiave e del femminile mi ricorda dei sogni di alcuni anni fa che avevano formato la serie onirica della “Chiave dorata” (iniziata nel 2011).
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La casa nel museo
“Abito in un appartamento in un grande palazzo antico. Il palazzo ospita anche un museo, per cui uscendo dalla porta mi ritrovo in lunghi, luminosi e ampi corridoi pieni di opere d’arte antica, posti sulla destra e sulla sinistra. Sono quadri, di grandi dimensioni, sembrerebbero di arte rinascimentale. Percorro i corridoi in esplorazione, guardo i quadri con meraviglia e penso a quale fortuna ho ad abitare in un posto simile. Il museo è aperto anche ad esterni: io sono in pigiama e sento una voce avvicinarsi dal corridoio che fa angolo con la parte del corridoio in cui mi trovo io (un punto poco illuminato). La voce è quella di una guida del museo che conosco, sta mostrando le opere e il palazzo a dei visitatori. Sono imbarazzata per la mia mise.
Ecco che la guida svolta l’angolo, non so se salutarlo dato il modo in cui sono vestita e dato che sta lavorando. Rimango in attesa di vedere come si comporta lui e in effetti passa dritto con la coppia di visitatori, un uomo e una donna. Ci rimango un po’ male fosse per me l’avrei salutato con un abbraccio, ma capisco il contesto professionale. Procedo lungo il corridoio e finisco in un altro corridoio illuminato da una grandissima porta finestra che dà su un balconcino.
Mi affaccio, il balconcino ha una bella ringhiera di ferro battuto e dà su una piazza. Capisco che sono a Roma. Di sotto c’è gente che passeggia e ci sono anche i tavolini di un bar. E’ un pomeriggio primaverile, l’aria è dolce, la luce bella. In particolare sento le risa di una ragazza seduta con degli amici, scherzano e sono affiatati. C’è qualcosa di fortemente vitale in tutta la scena, di leggerezza e di spiensieratezza. Sento un’emozione forte, come se tutto questo fosse possibile ed accessibile.
Ripercorro il corridoio e incontro un giovane e una ragazza che vivono in altri due appartamenti del palazzo. Mi ispirano simpatia. Seguo il ragazzo e vedo dove vive: ha una piccola stanza, come se fosse uno studente. C’è una finestra sul lato destro, non vedo subito il letto che poi noto essere piccolino e collocato subito a sinistra della porta. Ha delle lenzuola di un delicato verde acqua. E’ piccola, ma alla fine c’è tutto”.
Note della sognatrice: in questo periodo di forti limitazioni la casa onirica assume fattezze nuove: il sogno sembra dire che ci sono inaspettate risorse interiori.
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Il Quarto Stato in movimento
“Sono a Milano nella casa occupata in cui ho vissuto per quattro anni da giovane. Ora non vivo più lì, passo a salutare i miei ex coinquilini. Accadono cose varie; dovrei spostare una macchina parcheggiata davanti l’ingresso della casa. In una scena successiva sono fuori dal cancello e dal mio lato c’è un lucchetto blu con una piccola chiave infilata. Dal lungo e lussureggiante viale alberato si fanno avanti T., V., S., D. e altri replicando -in movimento- la scena dipinta nel quadro “Il Quarto Stato” (stesse vesti, colori e disposizione). Loro sono felici che io sia lì dall’altro lato del cancello perché in quella posizione posso aprirlo in modo comodo e veloce”.
Note della sognatrice: mi chiedo se possa essere rappresentato il rapporto tra “libertà” e “costrizione”, tra il “prima” e il “dopo”.
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La spiaggia
“Sto camminando lungo la spiaggia, è una bella giornata di sole. Mentre procedo mi rendo conto che tra il mare e il pendio alla mia sinistra lo spazio diminuisce sempre di più, fino a che mi ritrovo a camminare nell’acqua, inizialmente bassa e trasparente. Andando ancora avanti il cielo si fa nuvolo e inizia il vento, come se stesse per arrivare una tempesta, e l’acqua di conseguenza diventa più mossa e plumbea, nel riflettere il cielo. Ora sto letteralmente camminando con l’acqua fino al petto, e non senza una certa fatica; e alla mia sinistra ci sono dei massi e poco sopra la vegetazione. Devo procedere, non posso tornare indietro e capisco che la cosa migliore è affidarmi al movimento delle acque, in modo che la corrente possa portarmi poco più avanti nei pressi del molo, a terra”.
Note della sognatrice: in questo periodo sogno spesso di camminare nel mare.
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La visita inaspettata
“Sono nella mia camera (in una casa diversa da quella in cui abito nella realtà) e sono venute a trovarmi tre amiche, a sorpresa e in modo indipendente tra loro: due di loro sono K. e R., un’infermiera e un’antropologa. Sono molto sorpresa e felice, hanno fatto diversa strada e tanto bene hanno pensato di venirmi a trovare lo stesso giorno. Siedono tutte e tre una di fianco all’altra sul lato della scrivania con la finestra alle spalle. Sposto due scrivanie per unirle e creare uno spazio unico attorno al quale sederci, ma in questo modo rimane poco spazio per le sedie e per muoversi tra il tavolo e le pareti (la stanza è piccola e quadrata). In una scena successiva sono da sola con R., mi fa vedere il polso della mano destra e le chiedo se è pitiriasi rosea di Gilbert e mi risponde che è psoriasi in uno stadio iniziale”.
Note della sognatrice: credo che la disposizione delle due scrivanie richiami il tema del distanziamento sociale. Una volta spostati i tavoli rimane poco spazio sia per sedersi che per muoversi e in questo modo non saremo più “una di fianco all’altra”.
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Il titanic
“Nel sogno vedo la scena dall’alto come se stessi volando. Inizialmente mi vedo in terza persona: sono su una nave che riconosco essere il Titanic ma è una ricostruzione moderna, è molto più piccolo e semplice. Sono felice di notare questo particolare: infatti sono seduto al centro della nave (qui la visuale è in prima persona) e penso che mi piace il fatto che sia solida ma semplice e ben proporzionata, come se le cose importanti ed essenziali avessero questa volta avuto più importanza dell’immagine. Sulla nave ci sono io seduto al centro e mia sorella seduta a prua rivolta verso di me in una posizione più alta; so che c’è anche il capitano che guida la nave ma non lo vedo: sento in ogni caso che mi posso fidare, che sono in buone mani. Stiamo navigando al centro dell’oceano ma allo stesso tempo le acque sono basse (forse non più di mezzo metro) e completamente trasparenti perché posso vedere chiaramente la sabbia sul fondo.
L’atmosfera è estremamente serena e tutto appare calmo e tranquillo, sono leggermente infastidito dalla presenza di mia sorella perché sento che preferirei essere da solo. Ad un certo punto è proprio lei che mi indica qualcosa nell’acqua: io in effetti dalla mia posizione non posso vedere bene, e noto solo delle chiazze bianche in movimento. Così, incuriosito, mi sposto verso il lato della nave per vedere meglio e noto che ci sono dei pesci completamente bianchi nell’acqua che si muovono formando figure simili a mandala in movimento. Rimango sorpreso da questi pesci bianchi e piuttosto grandi, qualcosa che non mi sarei aspettato in quelle acque. Resto affascinato da questa armonia e bellezza di cui non comprendo razionalmente il messaggio, ma sento che c’è qualcosa di profondamente intelligente nell’istinto che guida queste creature e in perfetta armonia con l’universo”.
Note del sognatore: il sogno è cosi avvolto in un’atmosfera di armonia che sembra tutto essere fantastico, ricordo la visione stessa sembra quasi surreale, la luce che immerge tutto è calda e avvolgente un paradiso terrestre.
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Le macerie
“Sono in cima ad un colle e osservo il panorama che mi si apre davanti, è quello di un’estesa città con palazzi e costruzioni di dimensioni variabili. La singolarità che noto è la totale mancanza di verde. Inizio a scendere e mano a mano che mi avvicino scopro che ciò che dall’alto sembravano costruzioni (palazzi, monumenti, edifici) si rivelano essere ammassi di ruderi (come in un sito archeologico). Su tutto ciò che vedo c’è desolazione e abbandono, assenza di vita”.
Note della sognatrice: sogno fatto dopo essermi fatta male ad un piede, motivo per cui non posso nemmeno fare due passi sotto casa.
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Macerie
“Sono in una città (non so quale)…tutto intorno a me è grigio e silenzioso…ci sono chiese antiche e palazzi signorili…io giro con dei fogli in mano perché cerco un corso di inglese!!!!…entro dentro un palazzo e mi ritrovo in un cortile interno con della luce soffusa arancione, come quella di una lampada che deve scaldare ma senza abbagliare…ci sono nicchie intorno a me e statue (un pò mi ricorda l’interno dell’università Statale di Milano) e io cerco qualcuno per chiedere dove si sarebbe tenuto il corso…mi si avvicinano dei monaci o comunque persone che vestono con dei mantelli e cappucci…mi indicano la strada e io esco da un cancello sul retro, alto e nero, e mi ritrovo al centro di una piazza in bianco e nero con pietre e palazzi chiusi intorno…sono l’unica al mondo”.
Note della sognatrice: è la seconda volta che sogno le macerie.
Ndr: non è la stessa sognatrice del sogno precedente.
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Il crollo del pavimento
“Sono con delle donne che vivono in un paese di montagna. Una di loro deve andare a fare una visita di controllo ad una persona del paese e mi chiede di accompagnarla. Ora siamo su un ballatoio al primo piano e all’improvviso il pavimento crolla. Riusciamo ad afferrare un corrimano che limita il ballatoio nella parte non crollata. Rimaniamo appese e oscillanti, ma riusciamo a tenerci su”.
Note della sognatrice: il giorno precedente ho sentito “crollarmi il terreno sotto ai piedi” per una serie di problemi di tipo pratico.
Link per ricerche e articoli sui sogni nel periodo marzo-maggio 2020:
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