SOGNO da “Dizionario dei simboli” II° parte

Alla voce SOGNO del “Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri” di J. Chevalier e A. Gheerbrant, Ed. Bur Saggi, 2014, pp. 955-963

 

 

Funzioni del sogno

1. Il sogno è necessario all’equilibrio biologico e mentale quanto il sonno, l’ossigeno e una sana alimentazione. Alternando rilassamento e tensione dello psichismo, esso assolve ad una funzione vitale: la morte o la demenza determinano una mancanza totale di sogni. Serve da liberazione agli impulsi repressi nel corso della giornata, fa emergere problemi da risolvere, suggerisce nel suo svolgersi alcune soluzioni. La sua funzione selettiva, come quella della memoria, allevia la vita cosciente. Ma ha anche un ruolo di tutt’altra profondità.

2. Il sogno è uno dei migliori mezzi di informazione sullo stato psichico del sognatore. Gli fornisce con una simbologia vivente un quadro della sua situazione esistenziale attuale: per il sognatore costituisce spesso un’immagine spesso insospettata di sè; è un rivelatore dell’io e del sè. Ma, nello stesso tempo, li nasconde esattamente come un simbolo, in immagini di esseri diversi dal soggetto. I processi di identificazione operano senza controllo nel sogno. Il soggetto si proietta nell’immagine di un altro essere: egli si aliena identificandosi nell’altro. Può essere raffigurato sotto tratti che non hanno niente in comune con lui, uomo o donna, animale o pianta, veicolo o pianeta etc. Una delle funzioni dell’analisi onirica o simbolica è quella di dipanare queste identificazioni e di individuarne le cause e i fini; essa deve restituire alla persona la propria identità, scoprendo il significato del suo raffigurarsi sotto la forma di un altro.

3. Funzione fondamentale del sogno è quella di stabilire un equilibrio compensativo nella psiche della persona. Esso assicura un’autoregolazione psicobiologica. Dalla carenza di sogni derivano squilibri mentali, come la carenza di proteine  può provocare disturbi fisiologici. La funzione biologica del sogno, confermata dai più recenti esperimenti scientifici, influisce sulla stessa interpretazione, che può quindi evocare la legge delle relazioni complementari. L’interprete cercherà infatti la relazione di complementarietà fra la situazione cosciente vissuta, oggettiva, del sognatore e le immagini del suo sogno. Esiste infatti, scrive Roland Cahen, “una relazione di contrappeso (di equilibrio) realmente dinamico fra il conscio e l’inconscio, manifestata per il verificarsi del sogno. I desideri, le angosce, le difese, le aspirazioni (e le frustrazioni) del conscio troveranno nelle immagini oniriche ben intese una compensazione salutare e di conseguenza le correlazioni essenziali”. Il dramma onirico può concedere ciò che la vita esteriore rifiuta e rivelare lo stato di soddisfazione o insoddisfazione nel quale si trova la capacità energetica (libido) del soggetto. Ma talvolta anche lo scarto tra il sogno e la realtà è tale che assume un carattere patologico e che tradisce nella libido stessa una dismisura che niente può compensare. Si osserverà che nei casi normali la compensazione si produce, nella prospettiva di Freud, secondo una linea orizzontale, cioè allo stesso livello della sessualità, mentre, secondo Jung, ogni equilibrio psicologico dell’essere si trova, fra i livelli coscienti e i livelli inconsci, nella dimensione della verticalità, come un veliero fra la vela e la chiglia. Nello stesso senso, per il Guillerey, ogni turba psichica corrisponde ad un’attività superiore ostacolata e il richiamo dell’eroe, nel senso bergsoniano del termine, svolge una funzione, non soltanto morale, ma terapeutica di salvataggio.

4. Il sogno infine accelera i processi di individuazione che guidano lo sviluppo di evoluzione e di integrazione dell’uomo. Al suo livello, ha già una funzione totalizzante. L’analisi, come vedremo, gli permetterà di entrare in comunicazione quasi regolare con la coscienza e di essere quindi fattore di integrazione ai vari livelli. Non soltanto esprimerà la totalità del sè, ma contribuirà a formarla.

 

 

Analisi del sogno

1. L’analisi dei simboli onirici consiste in un triplice esame: quello del contesto del sogno (le immagini e la loro drammaturgia); quello della struttura del sogno (l’insieme formale delle relazioni fra le diverse immagini); quello del significato del sogno (il suo orientamento, la sua finalità, la sua intenzione). I principi interpretativi dell’analisi si potrebbero d’altronde applicare a tutti i simboli, oltre a quelli dei sogni, e in particolare a quelli che si esprimono nelle mitologie. Il sogno può essere considerato come una mitologia personale.

2. Il contenuto del sogno, cioè la fantasmagoria puramente descrittiva, deriva da cinque tipi di processi spontanei: elaborazione dei dati dell’inconscio per trasformarli in immagini attuali; condensazione degli elementi multipli in un’immagine o in un sequenza di immagini; spostamento o transfert dell’affettività su queste immagini sostitutive, attraverso processi di identificazione, rimozione o sublimazione; drammatizzazione dell’insieme di immagini e di cariche affettive in un tratto di vita più o meno intenso; infine simbolizzazione che nasconde dietro le immagini del sogno le realtà che non sono direttamente rappresentate. Attraverso queste forme mascherate da tante operazioni inconsce, l’analisi onirica dovrà cercare il contenuto latente di tali espressioni psichiche, che nascondono costrizioni, bisogni e pulsioni, ambivalenze, conflitti o aspirazioni sepolte nelle profondità dell’anima. Il contenuto del sogno comprende non soltanto le rappresentazioni e la loro dinamica, ma anche la loro tonalità, vale a dire la carica emotiva e ansiosa che le investe.

3. Fantasmagorie diverse possono coprire strutture identiche, cioè insieme disposti e articolati secondo lo stesso schema profondo; al contrario, immagini simili possono apparire in strutture diverse. Numerosi confronti di immagini e di situazioni sognate hanno rivelato una specie di tematica costante, cioè un insieme di schemi eido-motori, dove serie di immagini diverse manifestano uno stesso orientamento, medesimi sentimenti, medesime preoccupazioni, come l’esistenza di una rete di comunicazione interna di uno stesso ordinamento tra i diversi livelli e le diverse pulsioni della psiche; esse permettono anche di individuare il contenuto latente del sogno. (…) Freud pensava che “tutti i sogni di una medesima notte appartengono ad un unico insieme”. Di solito si considera questa struttura del sogno come un dramma in quattro atti, nel quale agisce un apparato immaginario che può variare notevolmente, benchè il quadro soggiacente dell’azione resti lo stesso. Roland Cahen riassume così questi quattro atti, per facilitare l’analisi:

a) messa in scena e personaggi, luogo geografico, epoca, scenario;

b) l’azione che si svolge e forma l’intreccio;

c) la peripezia del dramma;

d) il dramma volge al termine, alla soluzione, allo scioglimento, alla distensione, all’indicazione o conclusione.

Ciò che complica questa struttura, è che essa deve essere esplorata a diversi livelli, che interferiscono tra loro. Si troveranno a livello profondo i problemi metafisici che rappresentano simbolicamente, in modo più o meno diretto, le angosciose questioni dell’ontogenesi o della sopravvivenza. A livello medio, le preoccupazioni sessuali si esprimono attraverso i simboli che l’individualizzazione dell’adolescenza pone in modo generale. A livello superficiale appariranno sotto una forma simbolica, d’altronde più o meno compiuta, le preoccupazioni dell’individuo isolato dalla complessità della civiltà e che si inganna  sulle cause della sua difficoltà d’adattamento.

Attraverso questi mondi di simboli, che così classificati si articolano secondo un’analogia assai limpida, si delineano chiaramente alcuni assi privilegiati quali:

  • il rapporto quasi costante tra ascensione e luce (Castland-Desoille)
  • il rapporto tra integrazione e calore (Frétigny-Virel)

Da segnalare anche le grandi direzioni analogiche della centralità (Godel), della destra e della sinistra. Queste reti di coordinate, e altre che hanno un valore puramente sperimentale, formeranno un codice di schemi eido-motori, grazie al quale il simbolismo onirico potrà essere esplorato in modo relativamente scientifico.

4. Infine, ogni sogno ha un significato -che può essere ricercato a monte- nella causa del sogno, ed è il metodo freudiano eziologico e retrospettivo; o in avanti, nell’intento realizzatore del sogno, ed è il metodo junghiano teleologico o prospettico. I sogni, dice Jung, sono spesso anticipazioni che perdono significato se si esaminano in un’ottica puramente causale.

Il sogno, come ogni processo vivente, non è solo una sequenza causale, ma anche un processo orientato verso una meta. Si possono dunque chiedere al sogno -che è un’autodescrizione del processo della vita psichica- indicazioni sulle cause oggettive della vita psichica e sulle tendenze oggettive di quella. Invece di porsi, come la funzione compensatrice, alla dipendenza di un cosciente che la precede, la funzione prospettica si presenta -al contrario- sotto forma di un’anticipazione, sorgente dall’inconscio, dell’attività cosciente futura; essa indica un abbozzo preparatorio, uno schizzo a grandi linee, un progetto di piano esecutivo. Ma questo orientamento verso una meta si esprime sotto forma di simboli, e non nella chiarezza descrittiva di un film di avventure o di una concatenazione concettuale.

Assimilando al sogno le costruzioni fantastiche fatte nello stato di veglia, Edgar Morin pensa che “ogni sogno è una realizzazione irreale, ma che aspira alla realizzazione pratica. Per questo le utopie sociali prefigurano le società future, le alchimie prefigurano le chimiche, le ali di Icaro quelle degli aerei”. Ogni sogno, dirà Adler, tende a creare il film più favorevole ad una meta lontana. Questa finalità del sogno si distingue dal sogno premonitore degli antichi: essa non annuncia un evento futuro, ma rivela e libera l’energia che tende a creare l’evento. E’ tutta qui la differenza fra la profezia e la previsione, la divinazione e l’atteggiamento operativo.

“Il sogno è una preparazione alla vita” (Moeder); “l’avvenire si conquista con i sogni prima di conquistarlo con gli esperimenti” (De Becker, a proposito di Gaston Bachelard); “il sogno è preludio alla vita attiva” (Bachelard).

 

continua…