Raccolta Sogni con i Tarocchi vol. 3
Da “Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi” di Claudio Widmann, Edizioni Magi, 2010:
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Ringrazio le sognatrici e i sognatori che hanno condiviso con me queste loro storie oniriche, contribuendo in modo prezioso al farsi della raccolta. A seguito di alcuni report onirici sono presenti i commenti dell’autrice/autore del sogno.
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Chi desiderasse partecipare alle prossime edizioni della Raccolta con nuovi sogni sul Tarot può compilare il seguente questionario/raccolta:
https://forms.gle/QrjkX2D8cWZGDkxm6
Tutte le informazioni e le indicazioni di compilazione sono riportate nella prima e nella seconda sezione del modulo Google.
Chi ha già compilato il questionario e vuole solo inserire nuovi report onirici può utilizzare questo modulo:
https://forms.gle/mykGdA484BNcSUWd6
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La Ruota: l’animale che guida alla discesa
“Mi trovo sul mio letto, e rifletto. Concepisco dei pensieri che mi inquietano. Questi pensieri, li vedo poi proiettati fuori di me come immagini cinematografiche che ruotano, mentre lo sfondo è diventato nero. Assumono via via sembianze mostruose portandomi a uno stato d’animo sempre più cupo, ma rimango a guardare. Le immagini rivelano l’allegoria: ciascuna di esse assume un nome, la gelosia, il sospetto, la bassa autostima, la paura del giudizio. Comprendo quindi il significato delle immagini, ho un vero e proprio insight. A questo punto le immagini si unificano confluendo tutte in un’unica figura: una scimmia, che ride dispettosa. A quel punto la scimmia si posiziona sulla Ruota, mettendola in movimento discendente, a ritroso. Si chiude qui la visione e l’ambiente torna a essere bianco.”
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I Minori in lettura
“Sono nel cortile esterno dell’Asilo F.. E’ l’imbrunire, il cielo è blu elettrico. Sono seduto su una sedia di plastica, con di fronte diverse persone. Sono qui per un’intervista in presenza sui Tarocchi di Marsiglia. Vengo intervistato da un tarologo più anziano, C., che mi pone diverse domande. Ad un certo punto il discorso cade sull’utilizzo degli Arcani Minori in lettura. Io affermo che i Minori vadano integrati sempre nei tiraggi, perchè fanno parte dello stesso mazzo, e non è ottimale far esprime i tarocchi con solo una delle loro possibilità di linguaggio. L’intervistatore non è convinto, afferma che Jodorowsky propone letture prevalentemente con i Maggiori, e che sui minori il lavoro di proiezione è più difficile. Chiamo ad intervenire nell’intervista il tarologo M.C., la sua voce si sente provenire da uno stereo anni ’80. M.C. parla del suo approccio ai tarocchi basato sul sogno, e afferma che il 30% del mazzo è composto dagli arcani maggiori, il restante dai minori. Dice che la stessa percentuale la troviamo tra i sogni archetipici e i sogni “normali”. Quindi conclude che se così si presentano i sogni, è giusto che si presentino in lettura tutti gli arcani. Sono contento M.C. sia d’accordo con me. Il tarologo intervistatore ancora non è convinto. Improvvisamente visualizzo come in un flash, davanti agli occhi, l’arcano della Luna. Dopo questa visione faccio molta fatica a parlare, mi riduco al silenzio. Questo silenzio mi spaventa inizialmente, ma provo anche piacere.”
Commento: in questo periodo lo studio e l’applicazione dei Minori mi ha preso molto. Avevo realmente da poco sentito il tarologo M.C. in una sua diretta fare un’affermazione simile sulla percentuale simile tra arcani maggiori e sogni.
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Judgement, Appeso e Bateleur
“E’ notte. Di fronte a me compare l’arcano de Le Judgement, ingigantito. L’angelo vuole chiamare il Bateleur. La tromba dell’Angelo si rivela in realtà essere le gambe dell’Appeso.
… E’ giorno. Mi ritrovo in macchina con C., la mia fidanzata, lei è alla guida. Cerchiamo un paese tra le montagne per visitare una vecchia chiesa. Passiamo per molti paesi di C., con altrettante chiese. A volte la visuale si sposta come se ci osservassi da un dispositivo di guida satellitare (come da Google Maps), per osservare il cammino.
… Mi ritrovo a M., a fare compere e servizi. Sono vestito con un trench ed un cappello a falda larga, mi dico di assomigliare al Bateleur. Risalgo a piedi da M. verso C., il paese della mia ragazza. Arrivo a casa che ormai è sera. Salgo al secondo piano, e mi accorgo che nessuno mi ha lasciato da mangiare. BaGatto (il mio gatto) e Astrid (il gatto di C.) sono saliti sul tavolo e mangiano simmenthal e spinaci da uno stesso ciotolino, che forse era per me. Ad un certo punto Astrid caccia via BaGatto, io do uno schiaffetto sulla schiena ad Astrid per redarguirla.”
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Il Sogno Preparato
“Ricevo un invito da Jodorowsky, a casa sua. Entro in una casa enorme, principesca, e mi dirigo verso il salone, arredato come una casa nobiliare dell’800. Ad aspettarmi trovo due Alejandro Jodorowsky identici, solo che uno viene dal Cile e l’altro dalla Russia. Mi hanno chiamato per farmi un regalo: mi hanno preparato un sogno. Mi chiedono di addormentarmi, io acconsento e loro cominciano a mettere gentilmente dei pensieri nella mia testa. Mi addormento. Mi risveglio in un luogo dalla luce tenue come all’alba, semidesertico e roccioso, di colore rosso. Sono sull’orlo di un precipizio. Una donna, so che è la Forza, danza sulla parete rocciosa tenendosi ad un tessuto rosso. E’ molto bella. lentamente sale verso di me. Siamo uno di fronte all’altro, ci guardiamo negli occhi, entrambi piangiamo di commozione. dopo un pò proseguo il mio cammino. Davanti a me vedo la mia amica R., donna dai tratti molto delicati, dietro ad un bancone, vestita da Bateleur. Ha un sorriso sarcastico e mi scruta. Con gesti da prestigiatore, ad un certo punto si scopre il braccio destro che era completamente coperto dalla giubba e me lo piazza nudo davanti agli occhi: é un braccio maschile, muscolosissimo e pieno di peli, totalmente in contrasto con il resto del corpo. Sulla nocca del dito medio o anulare ha una deformazione mostruosa, come una specie di teratoma, o di sigillo deforme. Io comincio ad urlare preso da uno spavento fortissimo. Mentre urlo mi ricordo che i due Jodorowsky mi avevano preparato il sogno, e che dovevo guardarmi le mani per confermare che stessi sognando e poter continuare. Riesco ad osservarmi il Palmo delle due mani. Mi giro di nuovo verso R., ha di nuovo il braccio coperto, ed ora mi sorride gentilmente, mi fa segno con il capo di proseguire il cammino. Mi volto e faccio qualche passo, quando dalla terra compare un uomo totalmente deforme, soprattutto gli occhi: sono molto sporgenti, da tiroideo, la sua espressione è vuota, gretta. Sono assalito nuovamente da un terrore fortissimo, dal panico. Mi ricordo nuovamente che i due Jodorowsky mi avevano preparato il sogno, e che in un libro Jodorowsky consigliava di accettare nel sogno qualsiasi pericolo per trasformarlo. Mi avvicino allora all’uomo deforme e lo inizio a cullare ed accarezzare, vincendo il disgusto. Sempre più uomini deformi escono da sottoterra e iniziano ad accerchiarmi. Li accarezzo, con meno sempre disgusto e iniziando a provare tenerezza. Ad un certo punto sono completamente coperto dai corpi di questi uomini deformi, come se avessero formato una cupola attorno e sopra di me. la cupola si apre sulla sommità, mi alzo levitando e mi allontano dalla cupola, ho il corpo dorato ed un senso di serenità e gioia mai provati prima.”
Commento: nel periodo in cui ho fatto questo sogno stavo iniziando a riprendere contatto con il mio corpo e ad intraprendere un lungo percorso di amorevolezza verso di me.
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Appesi
“Vedo diverse persone nella posizione dell’Appeso o che vogliono essere messe in quella posizione.”
Commento: il sogno era ambientato in una città già sognata, un ibrido tra Firenze e Venezia.
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Children of the moon
“Sto disegnando il tarocco Luna, strisciando lateralmente una bastoncino di carboncino, per crearne la silhouette. La canzone ‘Children of the Moon’ risuona con forza, come facesse parte del disegno, che si muove e mi comunica qualcosa. Non é comunque esattamente una luna – intesa come tondo – che sto disegnando, ma una donna a cavallo, come fosse un fante, con il corpo coperto da una grossa armatura argentea (di ferro?): é questo particolare che sto tracciando con il carboncino. Continuo a disegnare, ma il ricordo é vago: ci sono anche colori viola e bianco, lo sfondo é campestre, orizzonte molto basso, come negli antichi affreschi del tardo medioevo/rinascimento. La ‘Luna’ mi dà istruzioni su come procedere con il disegno, e canta la canzone degli Alan Parson Project.”
Commento: ho effettivamente utilizzato la tecnica di strisciare il carboncino per disegnare alcuni tarocchi, nessuno però assomiglia a quello nel sogno. In questi giorni é luna piena.
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La Forza che cade dal cielo
“Attorno a me non vedo nulla. Vedo solo che davanti ai miei occhi c’è una superficie scura con sopra due carte dei Tarocchi di Marsiglia. Il Giudizio al diritto e sotto di esso, capovolta, la carta della Forza. Osservo bene i due arcani e mi sembrano profondamente uniti. La carta della Forza sembra prendere vita, mi sembra che la fanciulla, col suo leone, siano immersi in un flusso, e stiano scendendo giù, -verso la terra- mi dico.” Mi sveglio.
Commento: mi dico che nel giudizio qualcosa viene alla luce, emerge. La fanciulla della Forza qui invece sembra scendere. Sembra quasi indicare un movimento di un’energia femminile e allo stesso tempo istintiva e animalesca, verso il basso. Sta scendendo dal conscio all’inconscio? Oppure sta andando verso la Terra, dunque si sta incarnando?
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Chi legge i Tarocchi?
“Parlo con una ragazza con cui facevo l’università, più piccola di me, ma la vedo in video, della lettura dei Tarocchi, che lei mi dice di aver cominciato a saper fare all’improvviso, e non con lo studio, ma perché segue il suo spirito guida. E mentre mi racconta di quando ha ricevuto questo dono dice di aver sentito una voce che le diceva delle cose e mentre parla la sua voce diventa maschile e dice: “i miei ordini, tu esegui i miei ordini porco… (E bestemmia)” e io capisco che era il diavolo.”
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Danzando con le Spade
“Sono nell’ampia terrazza di un alto castello. La luce è quella di mezzogiorno, il cielo è terso. Sono con altre persone (ci sono sia donne che uomini) e stiamo facendo una danza-gioco: indossiamo vesti lunghe, ognuno di noi ha una spada e ci si muove danzando e ruotando. Il gioco consiste nel toccarsi con le spade su una parte del corpo, appoggiando solo il lato piatto della lama (che non deve essere usata in altro modo), mentre si danza. I movimenti sono armonici e nel complesso è tutto morbido e giocoso. Sembra di essere in un altro tempo.”
Sogno di M.
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L’Asso di Spade
“Sono in una stanza, apparentemente è sera o è senza finestre, l’ambiente non è molto illuminato, vedo bene solo in un’area attorno a me. Davanti, attaccato alla parete, c’è un bersaglio. Devo fare centro con una spada e c’è un uomo che mi aiuta, mi dice come fare. Tengo la spada in mano, ma prima di fare i lanci mi avvicino al bersaglio e lo libero dei vari coltelli che sono già stati lanciati. Sono coltelli da cucina, di vario tipo, anche comuni. C’è anche un coltello Ikea, simil piccola mannaia. Inizio a toglierli per fare spazio e iniziare ad allenarmi.”
Sogno di M.
Commento: l’uomo che aiuta nell’allenarsi al lancio della spada mi fa venire in mente una puntata della serie tv American Gods.
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Le due Torri
“In uno spazio completamente bianco si erigono due torri una vicina all’altra. Sono altissime e dal basso non riesco a scorgerne le cime. Sulla torre a destra c’è un’asta inchiodata lungo tutta la sua altezza e decido di arrampicarmici per arrivare in cima. Mentre proseguo la salita, dai minuscoli finestrini riesco a vedere l’interno. Potrei infilarmi dentro ma capisco che è pericoloso; le stanze stanno crollando una sull’altra. Raggiungo un’altezza dalla quale non vedo più la terra ma continuo a non vedere la cima. Mi chiedo quanto ci sia ancora da proseguire…Mi accorgo che l’asta alla quale sono aggrappata inizia a vacillare, non è più ben aderente alla parete della torre e inizia a staccarsi. Con il corpo mi spingo in avanti per tentare di appoggiarmi alla parete. I chiodi giganti iniziano a sfilarsi ad effetto domino. Potrei fare in tempo ad entrare nella finestrella ma capisco che è meglio cadere fuori che dentro. Non c’è nulla che possa fare per evitare il crollo. Mi dico: “Precipitare non è niente. Morire non è niente”. Chiudo gli occhi e rilasso il corpo. L’aria sbatte sull’asta che si sta staccando sempre più velocemente e produce un suono ipnotico. Sento un tonfo e sento l’asta tremare. Poi quiete assoluta; sono ferma. Apro gli occhi e vedo che l’asta invece di cadere a terra è andata ad appoggiarsi sulla torre di fianco. Resto sospesa in obliquo sul nulla.”
Sogno di D.
Commento: questo sogno è apparso in un periodo in cui quotidianamente avvertivo una sensazione di crollo; una sorta di black-out durante il quale quasi svenivo. Questo mi succedeva sia sul piano emotivo che mentale e fisico. Avevo le energie molto basse ed ero molto preoccupata perché non capivo cosa mi stesse succedendo. Sentivo una sorta di vuoto e desiderio di annientamento per non percepire questa costante caduta…Questo sogno è stato molto significativo e l’ho meditato a lungo.