RACCOLTA SOGNI con i TAROCCHI vol. 1

 

In questa raccolta sono presenti diversi sogni in cui gli Arcani sono presenti come mazzo, come Lame singole, come stese e come personaggi onirici. Inserisco anche altre narrazioni in cui i simboli dei Tarocchi sono chiaramente espressi dalle immagini e dalla dinamica del sogno.

Ringrazio le sognatrici e i sognatori che hanno condiviso con me queste loro storie oniriche, contribuendo in modo prezioso al farsi della raccolta.

 

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Chi desiderasse aiutarmi ad ampliare questa pagina con nuovi sogni sul Tarot può compilare il seguente questionario/raccolta:

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Tutte le informazioni e le indicazioni di compilazione sono riportate nella prima e nella seconda sezione del modulo Google.

 

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Sogni con gli Arcani Maggiori

 

L’Eremita e la Papessa

“Sono all’interno di un edificio e ne salgo le scale a chiocciola: incontro un uomo con una lanterna che mi fa strada illuminando la via. Raggiungo una stanza in alto dove in fondo, seduta ad un tavolo, c’è una donna ad attendermi: mi leggerà i Tarocchi”.

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L’Imperatrice e l’Imperatore

“Sono all’interno di uno spazio virtuale, con il mio partner: ci sono due grandi lame, alte almeno tre metri, una dell’Imperatrice e una dell’Imperatore, che si dispongono una di fronte all’altra. Io mi metto a fianco della tre e lui a fianco della quattro. Sembra stia per iniziare il vero agone amoroso”.

 

Note della sognatrice: il sogno si colloca in un periodo in cui in qualche modo dovevo “lottare” per conquistare un amore instabile, operando quello che per me era un passaggio complesso, ovvero fare diventare la mia Papessa…un’Imperatrice intraprendente e battagliera al bisogno.

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La Papessa e il Matto

“Sono all’interno di un edificio di pietra, sembra un castello, c’è penombra. Alla mia sinistra c’è un alto arco e alla mia destra un uomo. In mano ho la carta della Papessa: rappresenta la donna girata di spalle, seduta ad una piccola scrivania che studia. So che quella carta rappresenta i Tarocchi nella dinamica con cui generano il tutto, è la carta chiave. Sento il bisogno di vedere la Papessa in volto, di scoprire il mistero che è celato e quindi di “girare la carta”, che significa girarne l’immagine mantenendola nello stesso verso (un’azione che compio con il pensiero), anche se so che significa svelare un tabù, che di per sé può essere un’azione pericolosa (come per alcune tribù africane vedere i feticci del proprio culto).

Ora che ho girato la carta vedo il Matto che ha due volti a formarne uno solo, uno dritto e uno girato, fatti combaciare esattamente come fosse il Tao. La carta è sul colore del giallo, il corpo è uno solo. A questo punto sento un voce ed è il volto a diritto del Matto che mi dice “io non me ne andrò mai”, il tono è arrabbiato, come se io lo avessi incitato ad andarsene, e contemporaneamente una vertigine violenta mi attanaglia, come se ci fosse una forte scossa di terremoto. Mi spavento a morte, la tentazione è quella di fuggire, velocemente. Nella grande paura però mi rendo conto che fuggirei da una situazione interna da cui non c’è nessun allontanamento sensato e possibile (sia l’allucinazione acustica sia la vertigine realizzo essere eventi interni che l’uomo alla mia destra non percepisce). Ecco che nel momento in cui passa la seconda vertigine-terremoto io ritrovo la calma, so che se rimango lì non succederà niente di male e che anche il Matto ora è tranquillo”.

 

Note della sognatrice: il Matto che sta dietro alla Papessa mi fa pensare alla mia Luna quadrato Urano.

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L’Apocalisse

“Sono una suora, indosso la veste nera sopra e quella bianca sotto; mi trovo in una sagrestia, dal soffitto amplissimo a volta, è tutto in pietra ed è una costruzione molto antica. Dall’altra parte di fronte a me, vicino ad uno scalino che porta ad un piano leggermente rialzato, c’è un’altra suora, più anziana, oltre i sessant’anni. Alla mia destra c’è un vescovo, vestito di porpora, e alla mia sinistra un prete, entrambi di mezza età. Sappiamo tutti che l’apocalisse è imminente, è questione di pochi minuti. Davanti al vescovo c’è una teca di vetro, in cui lui ripone un antico manoscritto rilegato in pelle che contiene la parola che potrebbe impedire il compiersi dell’apocalisse. Sappiamo tutti cosa contiene quel testo. Ma ora il vescovo ha richiuso la teca e ha messo in tasca la chiave e se ne sta andando…e non deve sapere che io intendo prendere il libro. Ho una copia della chiave, ma è in un altro luogo e oramai non c’è più tempo per recuperarla. Ora il vescovo e il prete se vanno uscendo da una porta situata sulla sinistra e rimango sola con la consorella. Mi avvicino a lei e ci inginocchiamo una di fianco all’altra, sul gradino, rimanendo in basso. Non rimane altro da fare che pregare e iniziamo a farlo. La consorella, alla mia destra, intona un canto su San Francesco d’Assisi: la sua voce è soave, delicata e intensa allo stesso tempo. Ecco che davanti a noi appare un aggraziato filo d’erba, verde, vivo. Ora entrambe ridiamo piene di gioia, siamo in stato di grazia. Una luce immensa e calda risale i corpi, tutta la stanza si riempie di luce e calore”.

 

Note della sognatrice: la sera precedente avevo saputo da mio padre che mia nonna (paterna) aveva lasciato questa terra, era un giorno di dicembre del 2011. Nel sogno l’apocalisse mi fa pensare all’arcano del Giudizio anche per il tema del canto e del filo d’erba che appare, si materializza, a testimoniare la continuità della vita. Due frasi che trovo attinenti al sogno: “La pienezza della divinità abita in ogni filo d’erba” (Elias Hicks); “Nell’esistenza non c’è alcuna gerarchia, non c’è nulla di piccolo e nulla di grande. La stella più grande e il più piccolo filo d’erba esistono entrambi su un piano di uguaglianza” (Osho). Come arcani trovo siano presenti anche la Papessa (le due suore), con il suo Libro della Vita, e il Papa come prete e come vescovo, negli aspetti ombra dell’archetipo.

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L’Appeso e la Stella

“Sono davanti ad un piccolo tavolino, posto all’inizio di una specie di ponticello: l’atmosfera è sfumata, come se fossi fuori dal tempo e dallo spazio. Stese sopra il telo che ricopre il tavolino ci sono tre carte: quella di sinistra non la vedo bene (mi sembra sia la Papessa), quella centrale è le Pendu su cui c’è la scritta ‘sogni’ (al posto del nome reale), e la terza a destra è l’Etoile in cui c’è scritto ‘verità’”.

 

Note della sognatrice: il sogno termina così, la carta finale mi dà grande respiro e sollievo sia nel sogno che da sveglia. L’atmosfera del sogno è quasi metafisica…mi sembra di osservare qualcosa di complesso e che impiegherò molto tempo per comprenderne le implicazioni più profonde.

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L’Amoreux e l’Appeso

“Sono all’interno di un castello a forma rettangolare, con delle altre persone. Stiamo facendo un gioco a gruppi: ognuno, a turno, guida le persone alla ricerca di un tesoro e quando il proprio compito è terminato “scompare”. Ora sono seduta attorno ad un tavolo, con altri cinque giocatori: tutti fanno vedere la propria carta, che è sempre una variante dell’Amoreux. L’ultimo, che non mostra ciò che ha in mano, ha l’Appeso”.

 

Note della sognatrice: per “scompare” intendo che letteralmente quel qualcuno si “smaterializza” come per magia ed esce dal gioco. La scena finale è alquanto enigmatica ma a suo modo eloquente e correlata al periodo del sogno. Una relazione, un significato ricorrente e un non riuscire a portare nella realtà un elemento, un bisogno, rappresentato dall’Appeso.

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La Stella

“Vedo un’immagine fugace di una donna che si lava il volto e una voce fuori campo suggerisce che nell’arcano della Stella c’è il significato delle abluzioni della Vergine”.

 

Note della sognatrice: da Wikipedia “Secondo la tradizione divino-apostolica, Maria avrebbe eseguito un’abluzione purificale (mikhvè) prima di recarsi da Elisabetta, presso En Karem, 6 km a sud-ovest di Gerusalemme”.

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Una Luna sottesa al Matto

“Sono all’esterno di una casa nel bosco con delle persone (ricordo in particolare due uomini della mia età). Siamo su una specie di crinale (ma non in alta montagna) e la strada precede la casa e continua oltre essa. C’è una situazione di ricerca o simili, forse di tensione; è tardo pomeriggio. Io procedo per un po’ a sinistra, da sola: gli alberi sono sia alla mia destra che alla mia sinistra. Ora è notte. Cammino fino ad arrivare ad un punto in cui mi ritrovo davanti un animale, in piedi su una grande pietra piatta, un po’ sopraelevata rispetto al terreno. Lo guardo e rapidamente riconosco che è un lupo. E’ grigio perla, pelosone e morbido, non è molto grande come stazza ma è indubbiamente un lupo (si capisce dagli occhi, penso nel sogno).

L’animale mi guarda, non è minaccioso, non ringhia e non abbaia ma ritengo opportuno tornare indietro, fine del viaggio. Per fare questa operazione senza dare le spalle al lupo (per non rimanere “scoperta” o senza occhi dietro le spalle) inizio a camminare all’indietro, in modo cauto. Per un po’ di strada. Quando sono abbastanza lontana mi giro nella direzione verso cui muovo i passi. Ecco che ad un certo punto mi si affianca un cane (cane senza dubbio, riconoscibilissimo): è anche lui pelosone e morbido, di color marrone e nero, taglia media. Per la seconda volta vado in allerta e vigilanza…ora il cane mi prende la caviglia e la scarpa sinistra con un morso che non penetra la carne, ma che sento bene, è una presa decisa. Mi fermo, lo guardo e cerco di fare un’operazione simile alla precedente: dopo averlo invitato  (con il corpo e lo sguardo) ad allontanarsi dalle mie gambe, mi muovo a mia volta mantenendo lo sguardo verso il cane. Il cane si avvicina per la seconda volta e mi riprende sempre la caviglia di sinistra, lo sposto fisicamente da me e poi torno verso la casa senza fare altri incontri”.

 

Note della sognatrice: sogno del 4 giugno 2020. Ieri c’è stato un evento legato ad un cane (che si è dolorosamente incastrato una zampa nello spazio tra un muretto e un cancello) che mi ha fatto pensare a quando vivevo in una grande casa con tanti cani. Durante l’episodio mi sono preoccupata e allarmata, anche per la signora che lo stava aiutando, ho temuto fosse stata morsa, vedevo la scena da una prospettiva che non dava accesso pieno. E alla fine la signora un morso l’ha ricevuto (non perché il cane volesse farle male, ma perché era concitato per il dolore e la paura) e questo l’ho saputo solo qualche giorno dopo. Per fortuna alla fine entrambi stanno bene, ma è stato un momento di forte preoccupazione. Nel sogno il cane che spinge, sollecita o addirittura morde il viandante è una delle possibili rappresentazioni del Matto; la dinamica notturna coinvolge due animali (ci sono due cani nell’Arcano XVIII) e un bosco… tutto questo mi fa pensare anche alla Luna, elemento che non è esplicitato ma sotteso, perché è notte e io non ho una torica ad illuminare il sentiero ma ci vedo chiaramente, alla luce dell’astro argenteo. Ieri il pensare ai cani, alla vecchia casa e a tanti altri ricordi associati (avevo vent’anni allora!), mi ha riportata indietro nel tempo. E anche questo è Luna.

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La Senza Nome nel bosco

“Sono in un bosco, sotto a degli alberi e ho la percezione di alberi fitti sopra di me. Io cammino circospetto ma non spaventato. Ad un certo punto sorge davanti a me, in qualche modo tra gli alberi l’arcano XIII. Quando lo vedo rimango basito, non terrorizzato ma è una sorpresa che mi blocca e dentro di me penso “oddio!”, tipo che non è un bel segno. Poi l’arcano si muove e inizia a falciare letteralmente e io vengo spinto…qualcosa mi spinge a portare la mia attenzione verso il basso e vedo quello che la XIII taglia, tra cui i residui di teste e braccia come nella carta. Immediatamente capisco che tutto ciò diventa nutrimento: io ho la percezione del fatto che il suo tagliare sia funzionale a nutrire e quindi mi rassereno moltissimo e penso a M. nel sogno e dico “la devo subito dire a M. questa cosa!”. Nel momento in cui finisco di pensarlo mi giro e lei è lì con me, mi sta sorridendo e io e lei ci prendiamo per mano e tutti e due veniamo investiti da un’energia di un colore rosso brillante che sale dalla terra e ci colora le gambe. E rimaniamo stupiti e un po’ estasiati da questa cosa. Poi da lì so che il sogno prosegue, ci muoviamo, non c’è più la carta e continuiamo a camminare in questo bosco. Da qui non ricordo più niente…”.

 

Note del sognatore: sogno del 4 giugno 2020. I due sognatori, la stessa mattina, si sono sognati a vicenda e nelle vicende oniriche ci sono alcuni elementi comuni: gli alberi (l’ambientazione) e il nero come colore dominante.

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La Torre di Bologna

“Sono davanti ad una vecchia torre di Bologna (che oggi non esiste più), e ci sono degli anziani che per mezzo di un sistema a carrello e impalcature di sostegno vogliono spostare la struttura in un altro luogo. L’operazione non va a buon fine e la torre crolla: correndo trovo riparo sotto ai portici, mentre gli anziani non riescono a salvarsi”.

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La caduta dalla Torre

“Mi trovo su una torre molto alta ed eccomi precipitare: mentre cado avverto l’aria che mi frena e penso “beh, non è un attimo allora!”. Così ho il tempo di raccomandare l’anima a Dio”.

 

Note del sognatore: sogno fatto mentre ero convalescente dopo essere stato operato d’urgenza; non credente, ho ricevuto un’educazione cattolica.

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La Torre dell’Alchimista

“Sono nella mia casa (molto più grande di quella reale), in una stanza a forma circolare, con mobili antichi, vetrate e una grande biblioteca attorno: sembra lo studio di un alchimista. Dalla parte alta si possono vedere le stelle. All’improvviso arriva una scossa di terremoto molto forte, cerco riparo sotto una porta, con altre due persone, il mio partner e la mia migliore amica. Durante la scossa la stanza ruota a 360° su se stessa e rimane complessivamente intatta…sembra quasi una torre, nel senso che so che quella stanza è una struttura a se stante. Siamo a Venezia. Non provo la sensazione di panico, mi preoccupo di sentire telefonicamente mio padre ed anche i miei stanno bene. Prima di lasciare la casa recuperiamo qualcosa per uscire e mentre raggiungo la mia stanza, passando per un corridoio, vedo uscire due topi bianchi da quello che sarebbe uno sgabuzzino: all’inizio la cosa mi spaventa…più che altro sono stupita di avere dei topi in casa!!! Poi tranquillizzata anche dal mio partner, sento di essere contenta che si siano salvati anche i topi!”.

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La Torre da ristrutturare

“Mi trovo in una casa simile alla torre di Jung (Bollingen): dà su un lago ed è circondata dalle montagne. La casa è da risistemare”.

 

Note della sognatrice: l’incisione della pietra di Bollingen recita: “Il tempo è un bambino che gioca a dadi: il regno del bambino. Questo è Telesphoros, che vaga attraverso le regioni oscure di questo cosmo e splende come una stella dal profondo. Egli indica la strada verso i cancelli del sole e la terra dei sogni”. Telesforo (in greco antico Τελεσφόρος Telesphòros, “che porta alla realizzazione”) era figlio di Asclepio e dio della convalescenza. Spesso accompagnato da sua sorella, Igea, era rappresentato con il capo coperto da un cappuccio o berretto frigio.

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Il grattacielo e il fulmine

“Sono a New York con il mio compagno: ci troviamo in un grattacielo altissimo, di notte. Guardiamo fuori la città buia, quando all’improvviso un potente fulmine colpisce il suolo, aprendo una gigantesca crepa che avanza verso il palazzo…dobbiamo scendere per salvarci”.

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L’accesso al Tempio

“Sono con la mia vicina di casa e stiamo per entrare in un tempio nel bosco. La giornata è splendida, piena di sole, tutto intorno il verde. Nell’aprire la porta le dico: “Aspetta, fermati. Per entrare qui dentro devi lasciare fuori l’ego; a lui non è permesso entrare”.

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I due mazzi 

“Sono nello studio di C., sul tavolo ci sono due mazzi di Tarocchi, entrambi Camoin-Jodorowsky. Mi chiedo a cosa servano due mazzi”.

Note della sognatrice: forse i due mazzi si riferiscono a strumenti diversi, ma sempre orientati alla salute e alla relazione di aiuto. Da sveglia ho pensato potessero rappresentare i titoli e le professioni della persona sognata, che è sia medico che psicologa.

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Il Mago, il Due di Ori e l’Appeso

“Entro in una struttura diurna per persone con disabilità, accompagnata da uno degli operatori: è in corso un incontro di discussione sui problemi della società, in cui si pianificano anche attività di solidarietà. Rimango molto colpita dall’impegno che avverto nell’aria. Esco da una porta secondaria e mi ritrovo in un cortile ampio con altre persone. E’ l’ora del crepuscolo e si avvicina un ragazzo che mi mostra come può creare una fiamma dal palmo della sua mano: sono meravigliata ed affascinata, l’effetto del fuoco e il contrasto con la luce calante crea una forte suggestione. Lo sguardo del ragazzo è di chi sa che sta facendo un’operazione magica. Si muove tra le altre persone mostrando ciò che sa fare. Ora risalgo all’interno della struttura e mi siedo ad un grande tavolo insieme a L., una mia cara amica: sparpagliati sul tavolo ci sono i nostri mazzi di Tarocchi, il mio sul lato destro e il suo sul lato sinistro. Raccolgo le mie carte per sistemarle e mentre lei fa lo stesso vedo chiaramente il due di Ori. Mentre riconto per controllare che ci siano tutte, mi accorgo che manca l’Appeso…per errore è finito nel suo mazzo”.

 

Note della sognatrice: io e l’amica del sogno, ai tempi, vivevamo diverse situazioni di vita (e molteplici interessi) che avevano un elevato grado di sovrapponibilità. Mi colpiscono la relazione tra il Due di Ori e l’Appeso e le azioni del risistemare i mazzi e del far di conto. Quando io e L. parlavamo a lungo delle rispettive situazioni e ci confrontavamo, alla fine, non facevamo i conti con le nostre vite, cercando di fare ordine, di ricomporre dei quadri di senso? Forse tutte quelle esperienze in comune sono espresse così nel sogno e l’Appeso era allora, per entrambe, la condizione più forte.

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Il timone

“Mi trovo in riva al mare: sulla spiaggia, ai miei piedi, arriva il timone di una nave, trasportato dalle onde. Mi chiedo da dove arrivi, se le persone che erano a bordo sono salve o meno…quale sarà la sorte di quella imbarcazione”.

 

Note della sognatrice: al timone del sogno associo l’Arcano Roue de Fortune. 

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La Signora degli Animali

“Sono in un deserto, sullo sfondo domina un grande olivo. Mi trovo seduta su un trono e attorno a me ci sono animali di diverso tipo (leoni, giaguari), che mi proteggono”.

 

Ndr: il sogno fa pensare alla Dea della Montagna e all’Arcano la Force.

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Il Mondo in movimento

“Vedo l’androgino de le Monde sospeso in aria…e intorno, sempre sospese, le quattro entità. Non sono fissi, si muovono leggermente con molta armonia”.

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La Luna, il Matto e l’Eremita

“Sono nella mia camera da letto, c’è penombra, come in una notte illuminata dalla luna piena. Al centro della stanza c’è un albero, sul tronco è arrotolato un enorme serpente nero: è tranquillo ma voglio mandarlo via comunque, cosi con un rametto gli dò qualche spinta. Il serpente apre gli occhi e inizia a muoversi verso la finestra; mentre lo fa si trasforma in un inquietante giullare con un vestito multicolore e il cappello con i campanelli: in mano ha una lanterna a forma di nuvola, mentre sogghigna e mi guarda esce dalla finestra, camminando per aria. Quando se ne va sono così sollevata che mi sveglio”.

Nel sogno sembrano esserci dei riferimenti alla figura del Trickster.

 

 

Sogni con gli Arcani Minori

 

Le sei carte

“Sono in compagnia di una mia amica che mi dice “Queste carte sono per te”. Le guardo una ad una e noto che sono rappresentati due animali, due figure umane (Re e Regina degli Arcani Minori) e due cuori. In tutto sono sei carte”.

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Il Tre di Spade

“Vedo un tre di spade, colore blu marino, legate con una corda. Le tre spade vertono verso il basso, una all’angolo sinistro, una al centro e una all’angolo destro. Le spade sono coperte di striature rosse. Come color corallo o ruggine”.

Note di Ciro Fusciello: sono laureando in Filosofia.