Il MOVIMENTO METALLO
Da “Reflessologia naturopatica” di Catia Trevisani, Ed. Enea, 2010
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“Il Movimento Metallo rappresenta la decelerazione, il passaggio dal movimento alla stasi, la condensazione dell’energia che prende forma, l’energia che dal Cielo entra nella Terra e si condensa. In tutte le tradizioni i metalli rappresentano la luce che, scendendo, prende forma e si nasconde nelle viscere più profonde della Terra.
Il Metallo, oltre alla caratteristica della lucentezza, ha quella della freddezza e della durezza. Durezza e rigidità rappresentano la condensazione, la concentrazione, l’interiorizzazione; il Metallo è sensibile alle ingiustizie e, nella vita civile, è il giudizio finale sulla condotta delle persone; nell’antica Cina le esecuzioni venivano effettuate in autunno, la stagione correlata a questo movimento. Nell’uomo è connesso al giusto distacco dalle cose, all’interiorizzazione, alla saggezza e all’ordine. La freddezza e la durezza del Metallo sono temperate dalla sua lucentezza che è la capacità di fare chiarezza con quel distacco che consente una notevole obiettività nella valutazione. La rigidità, il rigore gli sono proprie: non c’è la dinamicità dell’Acqua o del Fuoco, ma una costruzione precisa e geometrica; tuttavia vi è una forma di fluidità che si manifesta nei metalli, nella possibilità di trasmettere calore.
Il Movimento Metallo corrisponde alla sera, alle ore del tramonto, all’ovest dove cala il sole, all’autunno in cui le piante iniziano a ritirare l’energia al loro interno facendo cadere le foglie; in cui si riempiono i granai per poi arrestare le attività, si rientra in profondità: è il tempo dell’introiezione di ciò che ha valore, di ciò che vale la pena conservare. (…)
L’aspetto sottile del Metallo è costituito dalle anime corporee Po che sono le più yin, le più materiali tra gli Shen, legate al corpo e alla materia, in contrapposizione alle anime eteree Hun (…). Gli spiriti Po, secondo la tradizione cinese, al momento della morte ritornano alla Terra insieme al corpo, per la loro natura yin, mentre gli Hun, le anime eteree, tornano al Cielo. I Po sono collegati a tutto ciò che nell’organismo funziona in modo vegetativo, automatico, indipendentemente dalla volontà: regolano la vita materiale, caratterizzata da scambi continui con l’ambiente esterno. Tutto ciò che entra in noi è vagliato dal Po che, mediante la sua saggezza, decide cosa lasciar andare, scartare e cosa invece mantenere attraverso lo Hun, che sopravviverà alla morte. Quindi il Po rappresenta il legame con il presente e soprattutto con il passato: vi sono immagazzinate tutte le esperienze.
L’emozione è la tristezza, questa è fisiologica e corrisponde al sentimento che si prova in caso di lutto: la persona si raccoglie in se stessa per raccogliere tutto il positivo della persona perduta e contatta la propria affettività che renderà poi disponibile all’esterno. Può diventare patologica quando diventa desiderio di morire, fino al suicidio.
La tristezza eccessiva diventa opposizione alla normale istanza di vita, porta ad una contrazione della vitalità dell’essere, al pessimismo, alla depressione. Lo squilibrio del Movimento Metallo porta a manifestare facilità al pianto, al lamento, ad un’eccessiva emotività. Nello stato di equilibrio vi è un buono scambio tra l’interno e l’esterno”.