EMOZIONI in MEDICINA TRADIZIONALE CINESE
Dal testo “Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese” di F. Bottalo e R. Brotzu, Xenia Edizioni, pp. 90-92
“Le emozioni e i sentimenti mutano continuamente nel tempo, in quanto sono espressioni dell’adattamento dell’individuo, che reagisce agli stimoli che gli vengono dall’ambiente sociale esterno. Sono quindi espressione, a livello sottile, del libero fluire del Qi (la forza vitale che ci anima e ci permette di vivere) e parte dell’esistenza di ogni essere vivente.
Le emozioni divengono un fattore patologico solo quando una di esse diviene eccessiva o carente, quando una domina sulle altre, quando perdura troppo a lungo o, ancora, quando il loro libero fluire risulta ostacolato, ostruito, portando compressione e congestione all’interno.
Tutte queste forme di squilibrio emotivo turbano il funzionamento degli Zang-Fu (gli organi e relativi visceri Reni-Vescica/Fegato-Cistifellea/Cuore-Intestino Tenue/Polmoni-Intestino crasso/Milza-Stomaco), così come, d’altro canto, turbe nei loro aspetti più materiali possono danneggiare l’equilibrio emotivo. Come sempre, non vi è rapporto lineare di causa-effetto, ma una relazione di mutua interdipendenza. Se mi alimento male, con cibi pesanti e indigesti ed esagerando anche nella quantità, facilmente potrò avere segni di affaticamento, stanchezza, sonnolenza e, a lungo andare, questi turberanno l’equilibrio emotivo, portandomi a cattivo umore, a scarsa gioiosità e voglia di vivere e, in taluni casi, alla depressione.
D’altra parte, se sono in collera e trattengo la mia ira, facilmente bloccherò anche la mascella (ndr, v. bruxismo –digrignamento notturno dei denti- come espressione di collera repressa) o il mio stomaco, che non digerirà più, o gli intestini, andando incontro a spasmi, colite e stitichezza (ndr, nel primo caso si tende a liberarsi con velocità, scaricando i contenuti intollerabili verso il basso, nel secondo caso si “trattiene” e si crea calore interno, che secca le feci e non ne permette l’espulsione, con conseguente autointossicazione, a livello fisico e psichico).
I due organi maggiormente legati all’equilibrio emotivo sono il Cuore e il Fegato; questi sono, di conseguenza, anche gli Organi più facilmente colpiti da turbe emotive. Il Cuore, è sede dello Shen, ha capacità di equanimità, distacco, visione globale, è “testimone” grazie alla comprensione profonda dell’armonia della vita: governa la capacità di evitare l’eccessivo coinvolgimento emotivo, ma evita anche, dall’altro lato, l’indifferenza e l’assenza di sentimenti e di partecipazione emotiva.
Un Cuore armonioso si comporta di fronte ai problemi della vita come un buon amico, che è sempre disposto ad ascoltarci e condividere con noi la sofferenza, ad assisterci ed aiutarci con la sua presenza, ma non si fa carico della nostra sofferenza, non è preso e stravolto poiché riesce a vederla con partecipazione e distacco allo stesso tempo.
Il Fegato invece è responsabile essenzialmente del libero, armonioso e uniforme fluire delle emozioni. La natura delle emozioni, come di ogni altra cosa, è di fluire, di scorrere verso l’estinzione; il Fegato sovraintende proprio a che ciò avvenga dolcemente. Quando non è così, le emozioni ristagnano, divengono compresse e congestionate e possono scatenare tutta la varietà delle turbe emotive, in particolare la collera.
Il termine cinese che viene solitamente tradotto con collera è Nu, che non si riferisce però solo alla collera in senso stretto, ma a tutta una serie di sfumature emotive, essenzialmente collegate alla compressione di un’energia piuttosto forte, che non riesce ad esprimersi; include quindi irritazione, agitazione, insofferenza e intolleranza, e in parte, anche frustrazione e depressione (come effetto del ristagno interno della collera).
Non è inusuale infatti che collera (segno di eccesso) e depressione (segno di deficit-carenza) si alternino nella stessa persona. La stagnazione del Qi genera una compressione che non consente il libero fluire tipico del Fegato, la compressione produce “surriscaldamento”, questo Calore accumulato tende a liberarsi verso l’alto; si parla allora di “Fuoco di Fegato che divampa in alto. Sono i tipici sfoghi del collerico, con violenti segni di Calore in alto: viso arrossato e paonazzo seguito da scoppi d’ira con urla, tremori e talvolta anche violenza fisica.
La Collera fa salire il Qi e ristagnare il Sangue nel petto”. Ma spesso dopo la crisi di collera c’è esaurimento, poiché lo scoppio d’ira non ha consentito una libera circolazione dell’energia, ma una sua violenta dissipazione verso l’esterno. Ecco che, dopo la crisi, ci si sente esausti, deboli fisicamente o con la testa vuota, con un senso talvolta di autocondanna e disgusto, che porta alla depressione, spesso segnalata da un pianto incontenibile”.