Mese: Ottobre 2014

SONNO, SOGNO e NEUROSCIENZE

SONNO, SOGNO e NEUROSCIENZE

Articolo dal sito “Scienza e Psicoanalisi” fondato e diretto da Quirino Zangrilli “Kandel, premio Nobel per la medicina e le neuroscienze per i suoi studi sulla memoria, in un suo articolo del 1999, osserva che “nonostante i progressi fatti negli ultimi 50 anni dalla biologia, non 

Il SOGNO: memoria filogenetica del modello cibernetico della mente

Il SOGNO: memoria filogenetica del modello cibernetico della mente

Dal sito “Scienza e Psicoanalisi” fondato e diretto da Quirino Zangrilli “Se i contenuti psichici vengono continuamente ritrascritti e riprogrammati deve esistere necessariamente un meccanismo psichico che si faccia carico di una funzione di incontro-armonizzazione tra filo ed onto-genesi e tra passato e presente. In 

COME si RICORDANO i SOGNI da “Le Scienze”

COME si RICORDANO i SOGNI da “Le Scienze”

Articolo di “Le Scienze” Edizione italiana di Scientific American, 10 maggio 2011.

Il ricordo dei sogni è legato alla presenza di onde cerebrali theta durante la fase REM del sonno.

Articolo disponibile al seguente link:

http://www.lescienze.it/news/2011/05/10/news/come_si_ricordano_i_sogni-552110/

 

DEMONI del SONNO e PARALISI IPNAGOGICHE da “Le Scienze”

DEMONI del SONNO e PARALISI IPNAGOGICHE da “Le Scienze”

Articolo di “Le Scienze” Edizione italiana di Scientific American, 10 novembre 2011. Possessioni medievali, esperienze extracorporee, “rapimenti” alieni possono essere collegati a un disturbo finora poco studiato, la paralisi ipnagogica. Descritto anche nella storia della letteratura, colpisce più spesso pazienti psichiatrici e…studenti. Continua a leggere 

Una STIMOLAZIONE che INDUCE SOGNI LUCIDI da “Le Scienze”

Una STIMOLAZIONE che INDUCE SOGNI LUCIDI da “Le Scienze”

Articolo di “Le Scienze” Edizione italiana di Scientific American, 12 maggio 2014. La stimolazione transcranica di alcune aree cerebrali permette di passare dal sogno tipico del sonno al cosiddetto sogno lucido, quello in cui si è consapevoli di sognare e che si può perfino controllare. 

La DUPLICE FUNZIONE dei SOGNI da “Le Scienze”

La DUPLICE FUNZIONE dei SOGNI da “Le Scienze”

Articolo di “Le Scienze” Edizione italiana di Scientific American, 23 aprile 2010.

Le esperienze recenti sarebbero elaborate contemporaneamente dall’ippocampo in funzione dei problemi contingenti, e dalle aree corticali superiori per saggiarne l’applicabilità delle nuove informazioni a compiti più complessi e astratti.

Continua a leggere sul sito:

http://www.lescienze.it/news/2010/04/23/news/la_duplice_funzione_dei_sogni-556270/

 

 

 

SOGNO da “Dizionario dei simboli” III° parte

SOGNO da “Dizionario dei simboli” III° parte

Alla voce SOGNO del “Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri” di J. Chevalier e A. Gheerbrant, Ed. Bur Saggi, 2014, pp. 955-963   Interpretazione   1. L’autore del sogno è al centro del sogno Non ci si attenda da questa nota 

SOGNO da “Dizionario dei simboli” II° parte

SOGNO da “Dizionario dei simboli” II° parte

Alla voce SOGNO del “Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri” di J. Chevalier e A. Gheerbrant, Ed. Bur Saggi, 2014, pp. 955-963     Funzioni del sogno 1. Il sogno è necessario all’equilibrio biologico e mentale quanto il sonno, l’ossigeno e 

SOGNO da “Dizionario dei simboli” I° parte

SOGNO da “Dizionario dei simboli” I° parte

Alla voce SOGNO del “Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri” di J. Chevalier e A. Gheerbrant, Ed. Bur Saggi 2014, pp. 955-963

 

La parte del sogno

Secondo le più recenti ricerche scientifiche, un uomo di sessant’anni avrebbe sognato, dormendo, per almeno cinque anni. Si calcola che il sonno occupi un terzo della vita, e che il 25% del sonno sia popolato da sogni: il sogno notturno occupa quindi un dodicesimo dell’esistenza per la maggior parte degli uomini.

Il sogno è stato spiegato molto bene da Frédéric Gaussen: “simbolo dell’avventura individuale, così profondamente collocato nell’intimità della coscienza da sfuggire al suo stesso creatore, il sogno ci appare come l’espressione più segreta e impudica di noi stessi”. Almeno due ore per notte viviamo nel mondo onirico dei simboli. Quanta fonte di conoscenza su di noi e sull’umanità se potessimo sempre ricordarceli tutti e interpretarli! L’interpretazione dei sogni, ha detto Freud, è la via maestra per giungere alla conoscenza dell’anima. Per questo le chiavi per comprendere i sogni si sono moltiplicate dall’antichità ai giorni nostri. Oggi la psicanalisi le ha sostituite.

 

 

Il fenomeno del sogno

Le idee sul sogno, come sul simbolo, si sono evolute e non stiamo qui a farvene la storia. Ma anche oggi gli specialisti sono divisi. Per Freud è l’espressione, cioè il compimento, di un desiderio represso; per Jung l’autorappresentazione, spontanea e simbolica, della situazione attuale dell’inconscio; per J. Sutter, ed è la definizione meno interpretativa, il sogno è un fenomeno psicologico che si produce durante il sonno ed è costituito da una serie di immagini il cui svolgimento rappresenta un dramma più o meno concatenato.

Il sogno sfugge dunque alla volontà e alla responsabilità del soggetto: il suo svolgersi notturno è spontaneo e incontrollato. Per questo motivo il soggetto vive il dramma sognato come se esso esistesse realmente al di fuori della sua immaginazione. La coscienza della realtà si cancella e si dissolve il senso della propria identità. Chuang-tzu non sa più se è Chuang-tzu ad avere sognato di essere una farfalla, o se è la farfalla ad aver sognato di essere Chuang-tzu.

Sintetizzando il pensiero di Jung, Roland Cahen scrive: “Il sogno è l’espressione dell’attività mentale che vive in noi, che pensa, sente, sperimenta, specula, in margine alla nostra attività diurna e a tutti i livelli, dal piano più strettamente biologico a quello più spirituale dell’essere, senza che noi lo sappiamo. Manifestando una corrente psichica sotterranea e la necessità di un programma vitale inciso nel più profondo dell’essere, il sogno esprime le aspirazioni più riposte dell’individuo e pertanto sarà per noi una sorgente infinitamente preziosa d’informazioni di ogni tipo”.

 

 

Classificazione dei sogni

1. L’antico Egitto dava ai sogni un valore soprattutto premonitore: “Il dio ha creato i sogni per indicare agli uomini la strada su cui possano scorgere l’avvenire”, dice un libro sapienziale. I sacerdoti-lettori, scribi sacri od onirocriti interpretavano nei templi i simboli dei sogni, seguendo le indicazioni trasmesse di generazione in generazione. L’oniromanzia, o divinazione attraverso i sogni, era praticata ovunque. (…)

Per tutti gli Indiani dell’America del Nord, il sogno è il segno ultimo dell’esperienza. I sogni sono all’origine delle liturgie; essi determinano la scelta dei sacerdoti e conferiscono il potere di sciamano; da loro proviene la scienza medica, il nome che si darà ai figli e i tabù; essi ordinano le guerre e le battute di caccia, le condanne a morte e gli aiuti da recare; essi solo penetrano l’oscurità escatologica. Infine il sogno conferma la tradizione: è il suggello della legalità e dell’autorità. Per i Bantu del Kasai (bacino congolese), alcuni sogni sono prodotti dalle anime che si separano dal corpo durante il sonno per andare a conversare con le anime dei morti. Questi sogni hanno un carattere premonitore che riguarda l’individuo, oppure costituiscono veri messaggi dai morti ai vivi e interessano quindi l’insieme della comunità.

2. I tipi di sogni sono innumerevoli, si è tentato molte volte di classificarli. Le ricerche psicanalitiche, etnologiche e parapsicologiche hanno classificato i sogni notturni, per comodità di studio, in un certo numero di categorie:

a) Il sogno profetico o didattico, avvertimento più o meno celato su un evento critico passato, presente o futuro; l’origine di questi sogni è spesso attribuile ad una potenza celeste;

b) il sogno iniziatico, dello sciamano o del buddhista tibetano del Bardo-Thodol, carico di efficacia magica e destinato ad introdurre in un altro mondo attraverso una conoscenza e un viaggio immaginari;

c) il sogno telepatico, che mette in comunicazione con il pensiero e i sentimenti di persone o gruppi lontani;

d) il sogno visionario, che trasporta in quello che H. Corbin chiama il mondo immaginale e che presuppone nell’essere umano, a un certo livello di coscienza, forze che la nostra civiltà occidentale ha forse atrofizzato o paralizzato, forze di cui H. Corbin trova testimonianza presso i mistici persiani; si tratta qui non di presagi nè di viaggi, ma di visioni;

e) il sogno presentimento, che fa presentire o privilegiare una possibilità tra mille…

f) il sogno mitologico, che riproduce alcuni grandi archetipi e riflette un’angoscia fondamentale e universale.

3. Il sogno ad occhi aperti, nelle dovute proporzioni, può essere assimilato al sogno notturno, sia per i simboli che adopera sia per le  funzioni psichiche che può assolvere. (…) La pratica psicoterapeutica del sogno ad occhi aperti ha prodotto l’onirotecnica. Derivata dai lavori di Galton e Binet, dagli esperimenti di Desoille, di Guillerez e di Caslant, estesa e perfezionata da Frétigny e Virel fino all’onirodramma, questa tecnica consiste in un sogno guidato a partire da un’immagine o da un tema suggerito dall’interprete e generalmente tratto dai simboli di salita e di discesa. Essa utilizza la facoltà che l’uomo messo in stato di ridotta vigilanza ha di vivere un universo arcaico di cui non suppone neppure l’esistenza quando è in stato di veglia e di cui il sogno notturno dà un’idea del tutto infedele e slegata.

 

continua….

DIZIONARIO JUNGHIANO

DIZIONARIO JUNGHIANO

    Questo breve dizionario è utile come punto di riferimento per orientarsi nel sistema di definizione junghiano della psiche. Da “Ecobiopsicologia: psicosomatica della complessità” di Diego Frigoli, M&B Publishing, 2004.   ANIMA: personificazione della natura femminile nell’uomo; pone l’uomo di fronte al mondo per lui 

INVENTARIO PERSONALE

INVENTARIO PERSONALE

  Dal testo “I sogni. Domande di oggi alle risposte di domani” di E. Cayce-M. Thurston, Ed. Mediterranee, pp. 55-57 “Nella maggior parte dei casi i sogni sono altamente di natura pratica e trattano quegli stessi problemi di cui si cercherebbe la soluzione se ci 

La STRUTTURA DRAMMATICA del SOGNO

La STRUTTURA DRAMMATICA del SOGNO

Secondo Jung il sogno segue un impianto drammatico, rintracciabile nello schema tipico dei miti, dei misteri religiosi e delle fiabe: in questo senso è archetipico, perché è un modello sui cui si struttura e articola una modalità rappresentazionale che non dipende dalla cultura, dall’epoca o dall’etnia che la sviluppa e propone.

Nel caso di sogni complessi è consigliabile classificarne i contenuti, e questo schema è applicabile in ogni caso:

  • AMBIENTAZIONE/SITUAZIONE: luogo, tempo, scenario, dramatis personae (personaggi);
  • SVILUPPO: presentazione del problema, azione che si svolge e forma così l’intreccio;
  • PERIPEZIA/OSTACOLO/CRISI: rappresentazione della trasformazione, che include però anche la possibilità di una catastrofe;
  •  LISI o CONCLUSIONE: risultato del sogno, conclusione significativa; rappresentazione compensatoria dell’azione onirica.

 

Da “Il linguaggio dei sogni. Simboli e interpretazioni” di E. C. Whitmont e S. B. Perera, Ed. Astrolabio, pp. 85-87

“(….) La struttura globale del sogno generalmente viene individuata osservando la sequenza in cui compaiono i suoi elementi drammatici di base, che si esprime sinteticamente nella forma del dramma greco classico: esposizione, peripezia, crisi e lisi, che possono tradursi approssimativamente come situazione, sviluppo, crisi e conclusione. (…) Quando annotiamo mentalmente il sogno e dialoghiamo con esso per conservarlo nella coscienza spesso tendiamo a ricordarlo nei termini della sua struttura drammatica. Quando lo spirito incontra la dimensione pre-razionale, drammatizza (“On dreams and dreaming” in Dreams in therapy, E.C. Whitmont). Il fatto che si tenda a ricordare i sogni nei termini del dramma che vi si rappresenta è un’espressione della funzione rappresentativa dello strato mitopoietico della nostra psiche. Ciò suggerisce che gli archetipi o le “strutture profonde” dell’organizzazione mentale, che aiutano la coscienza diurna a ricordare e a ordinare gli stati onirici, hanno un’attitudine particolare verso questo tipo di rappresentazione drammatica. (…) Anche quando venga ricordata soltanto una singola immagine o un’impressione sensoriale, è possibile esplorarla attraverso le associazioni, le delucidazioni e le amplificazioni per dare corpo e fondamento a quel frammento come indizio o messaggio drammatico di cui si deve trovare il rapporto significativo con la vita del sognatore. Questo processo ha in sè la struttura di una grande opera poliziesca. (…) Nel sogno parti della sequenza drammatica possono essere sovrapposte o condensate insieme. Alcuni elementi possono avere una maggiore estensione; altri essere contratti o presentati in forma rudimentale e/o frammentaria. L’esposizione può essere breve o semplicemente allusa da qualche dettaglio. Lo sviluppo può procedere a sbalzi o essere mescolato con la crisi. Questa a sua volta può occupare gran parte dell’azione o essere rappresentata da brevi allusioni. La risoluzione può mancare del tutto o essere sostituita da una catastrofe o una situazione di stallo. Tuttavia al fine di comprendere il sogno è estremamente utile separare e distinguere questi quattro elementi strutturali.

Ogni dramma si apre con una situazione problematica che è portata all’attenzione dello spettatore dall’esposizione, una situazione collocata in una specifica dimensione spazio-temporale con specifici personaggi. Questo elemento formula il tema della rappresentazione e orienta gli spettatori verso la prospettiva dell’autore sul tema stesso. La situazione spesso si riferisce ad un blocco o ad una fissità, e presenta il punto di partenza per lo sviluppo che seguirà. Nel sogno generalmente scopriamo la questione problematica esaminando la situazione d’apertura. Ciò significa esplorare il significato psicologico delle associazioni affettive e delle delucidazioni che sono connesse con la particolare collocazione del sogno nel tempo e nello spazio e con le caratteristiche delle persone presenti e del loro rapporto con il sognatore. Presentare il tema o il problema di cui il sogno tratta è dunque compito dell’esposizione del sogno. L’esposizione formula il tema. Possiamo paragonarla all’ “Oggetto” riportato nell’intestazione di una circolare o una lettera commerciale, che contiene l’argomento fondamentale della comunicazione – ad esempio, appuntamenti, personale, orari o qualunque altra cosa. (…) Ribadendo un fatto troppo spesso trascurato, nel sogno la situazione psicologica è rappresentata prevalentemente dalla collocazione geografica in cui il sogno si apre e/o dalla situazione iniziale delle dramatis personae nella scena d’apertura. La comprensione del significato psicologico della situazione ci dirà qual è l’argomento del sogno.”

INTERVISTA al SOGNATORE

INTERVISTA al SOGNATORE

  L’intervista al sognatore è un piccolo strumento per familiarizzare con la dimensione del sogno: si può utilizzare con persone desiderose a loro volta di esplorare i propri sogni, e con cui siamo in confidenza e in sintonia. Ci si può intervistare a vicenda, si 

NEUROFILOSOFIA e MONDO IPERURANICO DISTALE di P. Giuseppe Milanesi

NEUROFILOSOFIA e MONDO IPERURANICO DISTALE di P. Giuseppe Milanesi

Neurofilosofia e mondo iperuranico distale. Lo spazio degli dei (e degli uomini) di Fred Previc Pier Giuseppe Milanesi Scrittore e docente di filosofia, Pavia   Rispetto alla concezione tramandata dalla filosofia (e dalla filosofia della scienza) che propone una visione intellettualistica univoca dello spazio, gli 

Le FUNZIONI ORGANIZZATIVE dell’ATTIVITA’ MENTALE del SOGNO di J. Fosshage

Le FUNZIONI ORGANIZZATIVE dell’ATTIVITA’ MENTALE del SOGNO di J. Fosshage

Da “Quaderni di psicologia, analisi transazionale e scienze umane” n. 43-2005, di James L. Fosshage, traduzione di Claudia Chiaperotti.

 

Quando Freud diceva che i sogni sono “la via regia all’inconscio” assegnava ai sogni il ruolo di accesso principale all’inconscio. Egli considerava l’inconscio come fonte inesauribile di energie istintuali che premono per essere liberate e come contenitore di fantasie e ricordi che vengono banditi nello stato cosciente. L’inconscio dinamico forniva una spiegazione alla diffusa irrazionalità degli esseri umani ed era considerato da Freud una delle tre grandi scoperte scientifiche (le altre due erano quelle di Copernico e di Darwin) che hanno fatto scendere l’uomo dal suo trono.
È passato ormai quasi un secolo dalla pubblicazione di questo monumentale lavoro di Freud sui sogni, del quale egli disse: «Un’intuizione come questa succede, ma una sola volta nella vita» (Jones, 1953, p. 350). Il modello classico di formazione e interpretazione del sogno è rimasto relativamente invariato (Curtis, Sachs, 1976). L’applicazione, poi, del modello strutturale (Freud, 1923; Arlow, Brenner, 1964) ha sottolineato la partecipazione alla formazione del sogno di tutte e tre le entità psichiche: Es, Io e Super-Io. Tuttavia stimolo primario al sogno rimane il desiderio, che rappresenta un impulso istintuale di origine infantile e che cerca gratificazione nel corso di tutta la vita (Altman, 1969).

 

Continua a leggere l’articolo al link:

http://www.psychomedia.it/cpat/articoli/43-fosshage.htm

 

Il POTERE delle IMMAGINI di A. Carotenuto

Il POTERE delle IMMAGINI di A. Carotenuto

Aldo Carotenuto, psicoanalista, scrittore italiano e uno dei massimi esponenti delle teorie junghiane in ambito internazionale.   Da “I sotteranei dell’anima” di A. Carotenuto, Bompiani, 2001   “L’immagine diviene lo strumento di dialogo tra l’Io e l’inconscio, e attraverso di essa l’uomo fa esperienza del