Dal testo “La Medicina Cinese. Spiriti, cuore ed emozioni” di E. Rochat De La Vallée, Ed. Jaca Book, pp. 65-69
“Ogni uomo possiede una natura propria (xing), considerata buona, dono del Cielo, ordine naturale del cosmo e legge morale di ciascuno. Conferita dal Cielo, che è l’ordine naturale stesso, la natura propria integra ogni essere nel grande movimento della vita cosmica e lo incita a rimanervi. Questo non significa che non vi possano essere tare nella trasmissione genetica (ma questa sarà piuttosto considerato come un’alterazione dovuta alla condotta umana nel corso delle generazioni), o difetti che possono intervenire nello sviluppo o ancora prima nella sua formazione nel seno materno; tare e difetti che possono impedire che il Cuore si sviluppi normalmente nell’individuo. Ma questo significa certamente che un uomo ha sempre la possibilità di accedere all’ordine naturale nel suo intimo, nonostante le sue mancanze e i suoi difetti, se è così che è stato “concepito”. Sottomettersi alle incitazioni di questo ordine o della propria natura, ritrovare il Cielo in sé è il solo mezzo, la sola via per non dissipare o disperdere la propria vitalità.
Quando i Soffi operano correttamente e armoniosamente, le essenze (jing, qui sono la plasticità e la vitalità delle sostanze) sono ricche ed abbondanti. Allora il gioco delle essenze e dei soffi (jing qi) si attua senza ostacoli e questo implica che tutte le funzioni vitali si attivano in modo corretto. Questo perfetto funzionamento denota la presenza degli Spiriti. Così il termine che associa le essenze e gli Spiriti (jing shen) designa lo spirito vitale di una persona.
Ma i desideri suscitati dagli oggetti esterni comportano delle reazioni: è la genesi delle emozioni.
“L’uomo possiede per natura sangue-e-soffi e un Cuore che permette la conoscenza. L’afflizione come la gioia, l’allegria come la collera non esistono in permanenza in lui; sono dei movimenti di reazione alle incitazioni degli oggetti. Allora interviene l’Arte del Cuore”.
Le emozioni si scatenano per un oggetto o un avvenimento esterno e da ciò che essi inducono come reazione immediata: attrazione o repulsione, amore o paura. Esse si modulano in molteplici possibilità: gioia, collera, paura, tristezza, arroganza, invidia. Ma la reazione a qualcosa dipende anche dalle disposizioni naturali, dalla natura propria di ognuno e anche da come, nell’istante di questa reazione, si è fedeli a questa natura e quindi all’ordine naturale.
La natura della reazione mostra se il desiderio che occupa il Cuore è diretto verso ciò che fa sbocciare la vita o verso ciò che le è contrario. Da qui la variazione del significato del carattere che abitualmente designa le emozioni: disposizioni naturali, tendenze, emozioni, passioni.
Se i desideri sono conformi all’ordine naturale, se le reazioni sono appropriate, allora governano come conviene, e non vi sono disordini. Questo è seguire il buon ordine, il naturale e la propria natura, in funzione delle circostanze; è compiere il proprio destino (ming).
L’Arte del Cuore permette di reagire in modo appropriato facendo diminuire i desideri che trascinano l’uomo “fuori di sè”.
Il Cuore è la vita affettiva, emozionale, intellettuale, mentale, spirituale; è tutto ciò che avviene in me e tramite cui ho il sentimento di esistere. Il mio Cuore sono io, l’unità misteriosa e composita che è il mio sé; l’unità di colui che vive, è e si fa; ciò che sono, come sono, come vivo.
Il Cuore è il centro: raccoglie tutte le informazioni, le conoscenze, le sensazioni, le percezioni, che vengono dalla periferia con l’intermediazione degli organi di senso, o che salgono alla memoria. E’ anche centro di emissione e di reazione, centro dei soffi. Il Cuore dell’uomo è ciò che gli permette di assicurare e assumere il proprio destino, di avere un modo di agire fondato su una conoscenza reale, che è un saper fare, una saggezza (zhi). Altrimenti è il disordine, la malattia, la morte prematura.
Le reazioni del Cuore dipendono dalle disposizioni interiori: dalle idee, dalle tendenze, dai pregiudizi, dalle emozioni, da tutto ciò che alberga nel nostro intimo. E prima di tutto dipendono da ciò che fa sì che tali idee o emozioni trovino spazio in noi, dalla disposizione profonda del Cuore, dal modo in cui si orienta nell’intimo, da ciò che viene spesso chiamato proposito o intenzione (yi). E’ esperienza comune il fatto che non reagiamo nello stesso modo a parole identiche pronunciate da una persona che amiamo o da una persona che non amiamo. Se siamo nella gioia non saremo colpiti nella stessa maniera di quando siamo tristi o in collera.
La disposizione del Cuore (sia che abbiamo sia che non abbiamo la consapevolezza di ciò che essa sia) influenza tutte le nostre reazioni.
La calma e la quiete, l’Arte del Cuore, non sono la negazione dei movimenti e delle reazioni che fanno la vita; sono la loro giusta analisi, la temperanza che allontana dagli eccessi e dagli sconfinamenti; sono il perpetuo ristabilirsi di un equilibrio fatto di soffi e di sangue, di carne e di ossa, di sentimenti e di pensieri.
Le emozioni sono percepite come movimenti di soffi; infatti, ogni emozione è una qualità, un’attività particolare del soffio. Nell’epoca classica si analizzarono, si distinsero e si classificarono i movimenti del soffio con l’aiuto della dottrina “yin/yang e Cinque Elementi”. Secondo tale teoria, ciascun organo è correlato ad un sentimento, ad un’emozione che è fondamentalmente l’espressione del movimento del soffio proprio dell’organo. Partendo dalla profondità dell’organo, questo movimento del soffio interessa tutto ciò che si trova sotto il dominio di quell’organo. Così il Fegato dà lo slancio e scatena il risalire come fa il Legno; il movimento del soffio chiamato Nu è prima di tutto uno slancio impetuoso che permette di elevarsi.
L’eccitamento di questo movimento, del Fuoco o del Legno, trasforma questo soffio in collera, che non è un eccesso (se permane per un tempo debito ed ottiene senza violenza lo scopo di difesa per cui si manifesta).
I Cinque Voleri (wu zhi), propensioni e tensioni profonde della vitalità, divengono le Sette emozioni, disordine nel movimento regolare dei soffi che fa vivere. Se i Cinque organi si mettono alle dipendenze del Cuore e vi si attengono, non ci sono eccessi. Il Cuore li ispira ciascuno “al cuore”, per la presenza sentita degli Spiriti, ed è ciò che chiamiamo le Cinque Espressioni degli Spiriti (wu shen). Quando un Organo perde il suo radicamento agli Spiriti, i suoi soffi non assicurano più il movimento giusto e perturbano la funzionalità fisica e psichica.
Tutti i livelli dell’essere comunicano: una perturbazione emotiva avrà ripercussioni fisiche nei campi retti dall’organo responsabile dell’emozione, come nei campi retti dagli organi squilibrati dal disordine nel movimento del soffio dell’organo responsabile. Inversamente, un movimento dei soffi deviato comporta disturbi fisici, ma anche uno stato emotivo alterato. Esso può essere passeggero, riflesso dello stato dei soffi e dei loro movimenti in un determinato periodo; oppure può, alla fine, perturbare un organo sino al completo disordine. In questo caso l’organo non domina più il movimento del suo soffio e non partecipa più all’equilibrio psichico e mentale”.