Mese: Settembre 2014

I SOGNI nel LING SHU e nel SU WEN

I SOGNI nel LING SHU e nel SU WEN

Dal testo “I Colori del Cuore. La psicologia secondo l’energetica classica cinese” di M. Schmid, Ed. Enea, pp. 171-174   “Il LingShu ci porta un quadro generale della situazione onirica, relativamente alla distribuzione energetica nel corpo e nelle sue membra. In alcuni casi le immagini 

HUN e SOGNI

HUN e SOGNI

Dal testo “I Colori del Cuore. La psicologia secondo l’energetica classica cinese” di M. Schmid, Ed. Enea, pp. 171-177   “Nella tradizione si fa riferimento ai sogni come a una vera e propria capacità di vedere nello stato di sonno. Per l’etimologia del carattere occorre 

SOGNO e PSICOSOMA: il sogno d’organo

SOGNO e PSICOSOMA: il sogno d’organo

Il sogno viene comunemente inteso come un evento di natura psichica, riguardante la sfera emotivo-affettiva e cognitiva . In diverse medicine antiche invece il sogno è anche il linguaggio utilizzato dagli organi per comunicare tra di loro:

-nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC) le condizioni di pienezza o deficit di un Organo o Viscere sono rappresentate nelle immagini notturne;

-nella Medicina Tradizionale Tibetana (MTT) l’analisi dei sogni è considerata una parte importante dell’anamnesi e permette di fare diagnosi dei disturbi;

-nella Grecia antica si riteneva che durante il sonno l’anima potesse osservare le condizioni di salute e informare il sognatore sul suo stato e/o sull’eventuale annunciarsi di una malattia.

Ancora oggi alcuni medici di MTC, MTT e omeopati praticano l’analisi dei sogni per ricavare informazioni utili per la diagnosi, per la terapia e la prognosi.

Il sogno è considerabile un vero e proprio canale dei “processi d’organo”: per processo d’organo si intende l’insieme delle relazioni che si stabiliscono tra organo, apparato e suoi luoghi di manifestazione (riflessa, cutanea e legata ai meridiani), e le immagini della psiche dell’individuo (eventi onirici, sensazioni, fantasie), in un continuum di senso dove psichico e fisico si interrelano in modo coerente e significativo. “Simbolo e sintomo -sostiene C. Widmann- sono due diverse destinazioni dei contenuti inconsci”.

Dagli studi della Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) – disciplina che ricerca i fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo e pone le basi razionali della Medicina Integrata- risulta l’esistenza di un network che mantiene in continua connessione bi-direzionale gli apparati endocrino, immunitario, psichico e nervoso. Questo dialogo consiste di trasmissioni biochimiche che permettono ad ognuno di questi attori di concertare decisioni e azioni. Il disturbo funzionale (senza lesione d’organo) o la malattia conclamata, sono il risultato del cattivo o soppresso funzionamento di questo sofisticato sistema comunicativo PNEI.

Il corpo racconta –prima attraverso il sogno-simbolo, poi attraverso il sintomo- come ci sentiamo, quanto e quale senso ha per noi una certa situazione o evento, e ne informa la coscienza di veglia. Secondo la micropsicoanalisi (1) il sogno gioca il ruolo di “valvola di sicurezza”, è “un meccanismo fisiologico di smaltimento delle tensioni secondo modalità di scarica ottimizzate nella filogenesi. (…) Quando l’accumulo traumatico (inteso come effetto deformante di fattori endogeni ed esogeni) è sovrabbondante, la fisiologia del sogno non è più sufficiente a realizzare la scarica tensionale ed emerge il sintomo patologico”.

In Medicina Cinese Tradizionale a ciascun Organo sono associati uno psichismo e un’emozione specifici. A seconda dello stato di eccesso o deficit, a livello onirico si avranno diversi scenari e simboli.

Nella categoria “Sogni nelle Medicine” sono riportati i sogni tipici di ciascun Organo e Viscere secondo la letteratura medica cinese e secondo gli studi di autori contemporanei.

 

Marta Giovannini

 

(1) http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/2411#.VD7d0LCsWYk

(2)“La funzione simbolica ha lo scopo di organizzare lo spazio psichico (…). Una certa incapacità di identificare i propri movimenti interni spoglierebbe il vissuto psichico della ridondanza di significato, come d’altronde una carenza della capacità di simbolizzazione potrebbe condurre alla letteralizzazione dei contenuti psichici, trasformandoli in sintomi”. Da “Simbolo o sintomo. Due diverse destinazioni dei contenuti inconsci” a cura di Claudio Widmann, Ed. Magi, 2010.

 

Bibliografia disponibile alla pagina

Bibliografia e sitografia Sogni nelle Medicine

Il LAVORO con l’ONIRICO

Il LAVORO con l’ONIRICO

Il lavoro con l’onirico (quello attivo compiuto con i sogni) permette nel tempo di acquisire una maggiore capacità di comprensione delle immagini personali e collettive, di aumentare l’abilità di autoanalisi e di saper mettere in relazione eventi, emozioni e produzioni oniriche in un continuum dotato 

Il RAPPORTO dell’UOMO con il DESTINO

Il RAPPORTO dell’UOMO con il DESTINO

Tratto dal testo “Filosofia della Medicina Tradizionale Cinese” di C. Larre, F. Berera, Ed. Jaca Book, pp. 89-108 Il ritorno all’Uno e l’immortalità  “Il pensiero cinese dei primi secoli a.C. ha descritto la genesi del cosmo come un processo di divisione e specificazione in cui 

SHEN, lo SPIRITO

SHEN, lo SPIRITO

Tratto dal testo “I Colori del Cuore. La psicologia secondo l’energetica classica cinese” di M. Schmid, Edizioni Enea, pp. 33 -35

 

“Indissolubile dallo studio della psiche e delle emozioni, in Medicina Tradizionale Cinese è il concetto di Shén, tradotto generalmente con ‘Spirito’. Abbinare invece Shén all’idea di psiche, come si trova in molti testi e numerosi autori, non è del tutto corretto. E’ molto importante tenere presente questo e vedremo perché. Questa entità Shén infatti include ma allo stesso tempo va ben oltre la limitatezza della nostra concezione di psiche. Parlare di quest’ultima e delle emozioni significa anche parlare dello Spirito, ma non si può correttamente affermare il contrario.

Shén è “potenza creatrice attribuita ad un individuo dato e centrata da esso: pertanto, appartenendo al dominio delle forze creatrici invisibili, non oggettivabili, si è spesso tradotto Shén in funzione estremamente elaborata all’origine di tutte le altre funzioni che siano fisiologiche, psicologiche o spirituali“. Seguendo le indicazioni di Eyssalet vediamo che:

“Lo Spirito, Shén, è il maestro del punto di vista personale e centrato, poiché è innanzi tutto lo spirito di ciascuno, ed è da lui che procedono l’orchestrazione delle funzioni dell’Energia e la strutturazione delle forme concrete che ne derivano nella sensazione, la percezione, la messa in immagini, l’ideazione e il linguaggio. Qui dunque lo Spirito non si oppone alla materia: esso è il centro della manifestazione cosciente di ognuno di noi che organizza e regola il dialogo tra forme e funzioni, Energia e corpo nello spazio e nel tempo delle nostre vite”.

 

Shén è anche ‘coscienza’, punto di vista centrato che costituisce l’individuo e il mondo visto da lui medesimo. Si rinnova ad ogni istante. E’ il ‘meccanismo segreto’ che induce il sorgere stesso della nostra coscienza. Fonda il nostro punto di vista personale e coordina le sensazioni, le percezioni, le immagini e le parole sulle quali risiede la sua stessa espressione. Dal punto di vista temporale, esso è l’organizzatore di ognuno dei nostri istanti e il responsabile della nostra permanenza in vita e la sua durata stessa. Dal punto di vista dello spazio invece esso è l’elaboratore e il trasformatore di tutte le forme, quelle a cui noi diamo terreno, vale a dire il nostro stesso corpo e il nostro psichismo e quelle di cui noi siamo testimoni, vale a dire il resto del mondo visto attraverso noi.

Shén, inoltre, costituisce la sorgente di ogni relazione e, potremmo dire, è esso stesso Relazione. Nell’essere umano ‘si esprime attraverso la luminosità dello sguardo, nella prontezza di spirito, nell’intuizione, nell’intelligenza, nella vivacità della comunicazione verbale, emotiva, corporea’. Allo Shén, in quanto coscienza, corrisponde anche la possibilità di giudicare. “Da Shén deriva per ogni essere un’immagine e una sensazione di lui stesso e dell’universo sentito e identificato da lui”.

Lo Shén, in corrispondenza ai Cinque Movimenti e corrispondenti ai Cinque Organi, assume differenti caratteri, di declina in maniera particolare. Dal momento del concepimento –istante creatore in cui, dall’incontro degli Shén dei genitori un nuovo Shén compare (e prende poi corpo) come manifestazione del grande oceano di Spirito sopraindividuale- ha inizio la ruota della vita del singolo individuo incarnato. Tutto ciò che di più prezioso e arcaico è in noi (l’Energia Originaria, Yuan Qi; il Principio Vitale, Jing; e anche lo Spirito, Shén) si mettono in moto in una rivoluzione incessante che alterna fasi Yin a fasi Yang e incontra tappe fondamentali riassunte nella Legge dei Cinque Movimenti. Quando lo Spirito Individuale crea uno Zang, Organo interno ‘pieno’ (e contemporaneamente va a dimorarvi), esso assume un carattere del tutto specifico.

Lo Spirito centrato nel Cuore sarà ancora Shén; la sua incarnazione nella Milza-Pancreas si chiamerà Yì (intenzione, proposito del Cuore-mente); nei Polmoni sarà Po’ (spiriti della Terra, in numero di 7); nei reni Zhì (volere); nel Fegato prenderà il nome di Hùn (spiriti del Cielo, in numero di 3). Questi sono i cinque Ben Shén, letteralmente ‘fasi fondamentali dello Spirito’, le modalità di radicamento dello Spirito (sottinteso, in un essere determinato), o “entità meta-psichiche””.

 

 

 

 

 

 

I CINQUE MOVIMENTI

I CINQUE MOVIMENTI

Tratto dal testo “I Colori del Cuore. La psicologia secondo l’energetica classica cinese” di M. Schmid, Edizioni Enea, pp. 21-31   “Il termine Xing, spesso tradotto con “Cinque Elementi”, dovremmo tradurlo con ‘andare’, ‘camminare’, oppure ‘comportamento’. Etimologicamente si tratta delle impronte di due piedi; un 

YIN e YANG

YIN e YANG

Tratto dal testo “I Colori del Cuore. La psicologia secondo l’energetica classica cinese” di M. Schmid, Ed. Enea, pp. 15-19   “Abbandonata la visione unitaria della realtà (che peraltro è la visione primaria, illuminata, e a cui sempre occorrerebbe poter tornare), si presenta dapprima una 

TEORIA GENERALE delle EMOZIONI

TEORIA GENERALE delle EMOZIONI

Dal testo “La Medicina Cinese. Spiriti, cuore ed emozioni” di E. Rochat De La Vallée, Ed. Jaca Book, pp. 65-69

 

“Ogni uomo possiede una natura propria (xing), considerata buona, dono del Cielo, ordine naturale del cosmo e legge morale di ciascuno. Conferita dal Cielo, che è l’ordine naturale stesso, la natura propria integra ogni essere nel grande movimento della vita cosmica e lo incita a rimanervi. Questo non significa che non vi possano essere tare nella trasmissione genetica (ma questa sarà piuttosto considerato come un’alterazione dovuta alla condotta umana nel corso delle generazioni), o difetti che possono intervenire nello sviluppo o ancora prima nella sua formazione nel seno materno; tare e difetti che possono impedire che il Cuore si sviluppi normalmente nell’individuo. Ma questo significa certamente che un uomo ha sempre la possibilità di accedere all’ordine naturale nel suo intimo, nonostante le sue mancanze e i suoi difetti, se è così che è stato “concepito”. Sottomettersi alle incitazioni di questo ordine o della propria natura, ritrovare il Cielo in sé è il solo mezzo, la sola via per non dissipare o disperdere la propria vitalità.

Quando i Soffi operano correttamente e armoniosamente, le essenze (jing, qui sono la plasticità e la vitalità delle sostanze) sono ricche ed abbondanti. Allora il gioco delle essenze e dei soffi (jing qi) si attua senza ostacoli e questo implica che tutte le funzioni vitali si attivano in modo corretto. Questo perfetto funzionamento denota la presenza degli Spiriti. Così il termine che associa le essenze e gli Spiriti (jing shen) designa lo spirito vitale di una persona.

Ma i desideri suscitati dagli oggetti esterni comportano delle reazioni: è la genesi delle emozioni.

L’uomo possiede per natura sangue-e-soffi e un Cuore che permette la conoscenza. L’afflizione come la gioia, l’allegria come la collera non esistono in permanenza in lui; sono dei movimenti di reazione alle incitazioni degli oggetti. Allora interviene l’Arte del Cuore”.

Le emozioni si scatenano per un oggetto o un avvenimento esterno e da ciò che essi inducono come reazione immediata: attrazione o repulsione, amore o paura. Esse si modulano in molteplici possibilità: gioia, collera, paura, tristezza, arroganza, invidia. Ma la reazione a qualcosa dipende anche dalle disposizioni naturali, dalla natura propria di ognuno e anche da come, nell’istante di questa reazione, si è fedeli a questa natura e quindi all’ordine naturale.

La natura della reazione mostra se il desiderio che occupa il Cuore è diretto verso ciò che fa sbocciare la vita o verso ciò che le è contrario. Da qui la variazione del significato del carattere che abitualmente designa le emozioni: disposizioni naturali, tendenze, emozioni, passioni.

Se i desideri sono conformi all’ordine naturale, se le reazioni sono appropriate, allora governano come conviene, e non vi sono disordini. Questo è seguire il buon ordine, il naturale e la propria natura, in funzione delle circostanze; è compiere il proprio destino (ming).

L’Arte del Cuore permette di reagire in modo appropriato facendo diminuire i desideri che trascinano l’uomo “fuori di sè”.

Il Cuore è la vita affettiva, emozionale, intellettuale, mentale, spirituale; è tutto ciò che avviene in me e tramite cui ho il sentimento di esistere. Il mio Cuore sono io, l’unità misteriosa e composita che è il mio sé; l’unità di colui che vive, è e si fa; ciò che sono, come sono, come vivo.

Il Cuore è il centro: raccoglie tutte le informazioni, le conoscenze, le sensazioni, le percezioni, che vengono dalla periferia con l’intermediazione degli organi di senso, o che salgono alla memoria. E’ anche centro di emissione e di reazione, centro dei soffi. Il Cuore dell’uomo è ciò che gli permette di assicurare e assumere il proprio destino, di avere un modo di agire fondato su una conoscenza reale, che è un saper fare, una saggezza (zhi). Altrimenti è il disordine, la malattia, la morte prematura.

Le reazioni del Cuore dipendono dalle disposizioni interiori: dalle idee, dalle tendenze, dai pregiudizi, dalle emozioni, da tutto ciò che alberga nel nostro intimo. E prima di tutto dipendono da ciò che fa sì che tali idee o emozioni trovino spazio in noi, dalla disposizione profonda del Cuore, dal modo in cui si orienta nell’intimo, da ciò che viene spesso chiamato proposito o intenzione (yi). E’ esperienza comune il fatto che non reagiamo nello stesso modo a parole identiche pronunciate da una persona che amiamo o da una persona che non amiamo. Se siamo nella gioia non saremo colpiti nella stessa maniera di quando siamo tristi o in collera.

La disposizione del Cuore (sia che abbiamo sia che non abbiamo la consapevolezza di ciò che essa sia) influenza tutte le nostre reazioni.

La calma e la quiete, l’Arte del Cuore, non sono la negazione dei movimenti e delle reazioni che fanno la vita; sono la loro giusta analisi, la temperanza che allontana dagli eccessi e dagli sconfinamenti; sono il perpetuo ristabilirsi di un equilibrio fatto di soffi e di sangue, di carne e di ossa, di sentimenti e di pensieri.

Le emozioni sono percepite come movimenti di soffi; infatti, ogni emozione è una qualità, un’attività particolare del soffio. Nell’epoca classica si analizzarono, si distinsero e si classificarono i movimenti del soffio con l’aiuto della dottrina “yin/yang e Cinque Elementi”. Secondo tale teoria, ciascun organo è correlato ad un sentimento, ad un’emozione che è fondamentalmente l’espressione del movimento del soffio proprio dell’organo. Partendo dalla profondità dell’organo, questo movimento del soffio interessa tutto ciò che si trova sotto il dominio di quell’organo. Così il Fegato dà lo slancio e scatena il risalire come fa il Legno; il movimento del soffio chiamato Nu è prima di tutto uno slancio impetuoso che permette di elevarsi.

L’eccitamento di questo movimento, del Fuoco o del Legno, trasforma questo soffio in collera, che non è un eccesso (se permane per un tempo debito ed ottiene senza violenza lo scopo di difesa per cui si manifesta).

 

I Cinque Voleri (wu zhi), propensioni e tensioni profonde della vitalità, divengono le Sette emozioni, disordine nel movimento regolare dei soffi che fa vivere. Se i Cinque organi si mettono alle dipendenze del Cuore e vi si attengono, non ci sono eccessi. Il Cuore li ispira ciascuno “al cuore”, per la presenza sentita degli Spiriti, ed è ciò che chiamiamo le Cinque Espressioni degli Spiriti (wu shen). Quando un Organo perde il suo radicamento agli Spiriti, i suoi soffi non assicurano più il movimento giusto e perturbano la funzionalità fisica e psichica.

Tutti i livelli dell’essere comunicano: una perturbazione emotiva avrà ripercussioni fisiche nei campi retti dall’organo responsabile dell’emozione, come nei campi retti dagli organi squilibrati dal disordine nel movimento del soffio dell’organo responsabile. Inversamente, un movimento dei soffi deviato comporta disturbi fisici, ma anche uno stato emotivo alterato. Esso può essere passeggero, riflesso dello stato dei soffi e dei loro movimenti in un determinato periodo; oppure può, alla fine, perturbare un organo sino al completo disordine. In questo caso l’organo non domina più il movimento del suo soffio e non partecipa più all’equilibrio psichico e mentale”.

 

 

 

EMOZIONI in MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

EMOZIONI in MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Dal testo “Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese” di F. Bottalo e R. Brotzu, Xenia Edizioni, pp. 90-92   “Le emozioni e i sentimenti mutano continuamente nel tempo, in quanto sono espressioni dell’adattamento dell’individuo, che reagisce agli stimoli che gli vengono dall’ambiente sociale esterno. Sono quindi 

MEDICINA TRADIZIONALE CINESE e SOGNI

MEDICINA TRADIZIONALE CINESE e SOGNI

La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è una pratica medica millenaria basata sulla concezione olistica della persona: la valutazione dello stato di benessere o malattia avviene in termini energetici senza scissioni tra l’organico e lo psichico. In MTC la condizione di vitalità e di equilibrio dell’individuo