Mese: Marzo 2014

SUGGERIMENTI su come SVEGLIARSI al MATTINO

SUGGERIMENTI su come SVEGLIARSI al MATTINO

Il risveglio è il momento cruciale in cui, nell’arco di pochi minuti, abbiamo la possibilità di ripercorrere le immagini appena vissute, in un rapidissimo passaggio tra l’esperienza e il suo ricordo. Imparare a ricordarsi i sogni richiede pazienza, fiducia e grande costanza, poiché implica l’acquisizione 

FUNZIONE SOCIALE del SOGNO: Tobie Nathan e Gordon W. Lawrence

FUNZIONE SOCIALE del SOGNO: Tobie Nathan e Gordon W. Lawrence

  La storia del sogno e del sognare affonda le sue radici nell’antichità più remota: nelle cosmogonie di diverse culture il sogno è la dimensione da cui si sviluppa la vita pulsante, l’universo, il pianeta e tutte le forme viventi. L’idea stessa del mondo e 

SOGNARE: il SISTEMA DIGESTIVO del CERVELLO (seconda parte)

SOGNARE: il SISTEMA DIGESTIVO del CERVELLO (seconda parte)

Dall’articolo “La scienza dei sogni” di Sander van der Linden in “Mente & Cervello” n. 83, novembre 2011.

“I ricercatori italiani hanno anche usato le più recenti tecniche di imaging cerebrale per indagare sul rapporto tra i sogni e il ruolo delle strutture cerebrali profonde. In questo esperimento i ricercatori hanno scoperto che i sogni più vividi, bizzarri ed emotivamente intensi (cioè quelli che in genere si ricordano) sono collegati all’amigdala e all’ippocampo. Mentre l’amigdala ha un ruolo di primo piano nell’elaborazione e nel ricordo delle reazioni emotive (1), l’ippocampo è coinvolto in importanti funzioni mnemoniche, come il consolidamento delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

L’ipotesi di un legame tra i sogni ed emozioni emerge anche da uno studio pubblicato da poco da Matthew Walker e colleghi dell’Università della California a Berkley, i quali hanno scoperto che una riduzione del sonno REM (e quindi dei sogni) influisce sulla capacità di comprendere le emozioni complesse durante il giorno. (…) Nel loro insieme, queste recenti scoperte raccontano una storia importante sui meccanismi sottostanti ai sogni e sul loro possibile scopo.

A quanto sembra i sogni ci aiutano ad elaborare le emozioni codificandole e costruendone la memoria. Ciò che vediamo e proviamo nei nostri sogni non è necessariamente reale, ma lo sono le emozioni legate a quell’esperienza. Essenzialmente, le nostre storie oniriche cercano di spogliare l’emozione da una determinata esperienza creandone una memoria. In questo modo, l’emozione stessa non è più attiva (2). Si tratta di un meccanismo importante, perché quando non elaboriamo le emozioni, specialmente quelle negative, crescono i nostri livelli di preoccupazione e ansia. E difatti importanti privazioni di sonno REM sono collegate sempre più spesso ai disordini mentali (3).

In pratica i sogni aiutano a regolare il traffico sul fragile ponte che unisce le nostre emozioni e i nostri ricordi”.

 

I sogni assolvono a tutte le funzioni cui sono preposti anche se non vengono ricordati: la notte è una specie di “officina di auto-riparazione”, dal punto di vista sia fisico (4) che psicologico.

Gli incubi, i sogni ricorrenti a carattere angosciante e le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche, sono segnali che richiamano la nostra attenzione e comunicano la necessità di “fermare il mondo” (C. Castaneda): uno o -generalmente- più atteggiamenti e comportamenti emotivi e cognitivi rivelano in questo modo un carattere disfunzionale e riconoscere la criticità in corso può essere utile per non appaltare ulteriormente il disagio sul corpo, attraverso un sintomo.

Il sogno è una rendicontazione dei processi interiori, in cui ogni particolare viene esaminato e messo in ordine con scrupolosa meticolosità, con chirurgica precisione. E’ una discesa che offre all’Io diurno la possibilità di attingere ad una grande forza trasformativa, che conduce dalla conoscenza alla consapevolezza di sè.

 

Marta Giovannini

 

(1) dal box “Passioni cerebrali” nell’articolo “Che cos’è un’emozione” di David Sender in Mente & Cervello n. 109 gennaio 2014:

Nelle neuroscienze affettive si considera spesso l’amigdala come un elemento centrale del cervello emozionale. Sulla sua funzione però ci sono molti contrasti. (…) Altre ricerche infine hanno condotto a riconsiderare il ruolo dell’amigdala, che sarebbe cruciale per valutare la pertinenza affettiva di un evento. Questo approccio, più attuale, conforterebbe le teorie della valutazione cognitiva, secondo le quali solo gli eventi pertinenti sono suscettibili di attivare un’emozione. Così la reazione dell’amigdala in occasione del presentarsi di uno stimolo potenzialmente pericoloso potrebbe spiegarsi con il fatto che stimoli del genere vengono valutati come particolarmente pertinenti, in particolare per la sopravvivenza, e più in generale per il benessere dell’individuo“.

(2) potremmo dire non più “in circolo o dislocata”, che è stata dunque “digerita”

(3) per approfondimento: http://www.psicoanalisi.it/neuroscienze/3951

(4) http://www.lescienze.it/news/2013/10/18/news/sonno_cervello_scorie_tossice_sistema_glinfatico-1852993/

SOGNARE: il SISTEMA DIGESTIVO del CERVELLO (prima parte)

SOGNARE: il SISTEMA DIGESTIVO del CERVELLO (prima parte)

Feuerbach affermava che “siamo ciò che mangiamo”, intendendo con questo che gli alimenti che ingeriamo sono utilizzati dall’organismo per costruire e rinnovare se stesso. La qualità del cibo esprime dunque il nostro successivo grado di salute. Lo stesso vale per il “cibo psichico” di cui 

SITI CONSIGLIATI

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    ANEB Sito dell’Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia. Nell’area pubblicazioni sono disponibili i PDF di “Materia prima”. http://www.aneb.it/   Informadacqua Il progetto Informadacqua prende una nuova forma attraverso la realizzazione di un blog interamente dedicato all’Acqua nei suoi aspetti fisiologici, terapeutici, storici, immaginali, simbolici e 

Che COS’E’ un SOGNO?

Che COS’E’ un SOGNO?

Il sogno è una forma innata di sapere, spazio di rivelazione del “conosciuto non pensato” (Bollas): è una fucina sempre attiva dove i dati dell’esperienza della realtà e le immagini della Psiche si ricombinano e giocano tra di loro, secondo regole e codici che ci appaiono indecifrabili. Il sognare è (anche) prosecuzione notturna dell’attività mentale che si avvale di un linguaggio fatto di simboli e metafore, dominato dalle immagini. E’ un pensare -e quindi rappresentare se stessi e il mondo- laterale e divergente, caratterizzato da un approccio più olistico rispetto al pensare della veglia (con cui però si imparenta nel sogno ad occhi aperti).

Nel sogno i confini esistono ancora e la realtà può risultare familiare, ma a volte quasi solo per rendere manifesto il processo della transizione, dell’interscambiabilità e dell’alterità in noi. Quando quei rassicuranti contorni divengono improvvisamente linee mobili e libere, si creano nuovi mondi, nuovi modi di sentire, pensare e agire.

Le donne e gli uomini di medicina (antichi e moderni),  ricercator* spirituali, artist* e studios* e inventori di ogni genere, hanno trovato spesso nella visione onirica la diagnosi, la luce, l’angolatura giusta e la domanda che reca in sè la risposta. Come se nel sogno il dialogo con una matrice intelligente permettesse di accedere ad una forma di conoscenza superiore (come capacità di visione e di integrazione) a quella della veglia.

L’onirico è un mondo in cui letteralmente precipitiamo, come Alice nella tana del Bianconiglio: mentre siamo ancora alle prese con le immagini che si mescolano e cercano un’ultima collocazione, le “evanescenze” del giorno (T. Nathan), varchiamo senza coscienza la soglia della notte. Morpheus sfiora le nostre palpebre di dormienti con un mazzo di papaveri…e all’improvviso il sogno, in cui tutto è “biochimicamente vero”, esperienza reale tanto per il corpo quanto per la psiche e i cui ricordi rimangono conservati nella memoria autobiografica come un qualsiasi altro evento della vita.

Sul sogno e sul sognare esistono fin dall’antichità una vasta letteratura e diverse ritualità, testimonianze della ricerca, dell’utilizzo pratico e della grande considerazione che spontaneamente le culture di ogni parte del mondo hanno attribuito al sogno, un fenomeno che Jung definì:

  • naturale
  • non intenzionale, esattamente come lo sono tutti gli eventi della Natura
  • non spiegabile con un psicologia dedotta dalla coscienza
  • determinato tipo di funzionamento che non dipende dalla volontà, dai desideri, intenzioni o mete dell’Io umano

Il sogno reca in sè la natura di ciò che è ignoto e imprevedibile: è evento che nasce e conduce nelle profondità infere di ciascuno di noi, è la nostra nekya quotidiana. Sia all’andata che al ritorno sigilliamo il ricordo del mondo che abbiamo appena lasciato, come le anime -nel mito platonico di Er- si abbeverano alle acque dell’oblio del fiume Lete prima di tornare ad incarnarsi. Mnemosine, personificazione della memoria, è la divinità-archetipo che permette di “riconoscere” nella realtà della veglia ciò che abbiamo già visto e vissuto nella dimensione onirica.

Nella mitologia greca c’è un dio, chiamato il “conduttore di anime”, Hermes psicopompo (1), ad accompagnare e guidare in questi transiti e luoghi dell’Altrove: “In lui abbiamo il maestro dell’ingegnosità, la guida degli armenti, l’amico e l’amante delle Ninfe e delle Grazie, lo spirito della notte, del sonno e dei sogni” (W. F. Otto). Dio della rapidità di movimento, agilità della mente e facilità di parola: attraversa i confini e si sposta facilmente da un livello ad un altro.

 

Marta Giovannini

(1) per approfondimenti http://www.enzobarilla.eu/articoli/mercurio%20psicopompo.pdf

FILMOGRAFIA ONIRICA

FILMOGRAFIA ONIRICA

  Per chi vuole frequentare il mondo dei sogni e conoscerne meglio il linguaggio e le manifestazioni, per chi vuole ampliare il proprio stile onirico e osservare altri modi di sognare, la bibliografia e la filmografia sul sogno -ad occhi aperti e quello propriamente detto- 

BIBLIOGRAFIA ONIRICA

BIBLIOGRAFIA ONIRICA

    Qui è esposta una bibliografia che non include testi di specifiche scuole o correnti di pensiero (tranne quelli segnalati con *, ad indirizzo junghiano), ma piuttosto i titoli dei libri che trattano dei sogni e del sognare, della loro storia e delle loro 

COS’E’ IL SOGNO DI PSICHE

COS’E’ IL SOGNO DI PSICHE

Il Sogno di Psiche è crogiolo di esperienze, riflessioni e ipotesi di indagine sul sogno e sul sognare. E’ pensato e sentito come un laboratorio, un vero e proprio spazio di lavoro in cui si hanno a disposizione strumenti, nozioni e storia della dimensione onirica: un viaggio nel mondo di Psiche, dove si formano le immagini che ci rendono ciò che siamo. Le immagini diventano idee (“ciò che è stato visto”) e come tali ci possono condurre, ispirare e liberare oppure bloccare e rallentare, nel percorso di rivelazione a noi stessi che è la Vita .
Al ritiro della coscienza e dell’Io diurno, subentrano le scene e gli attori del nostro teatro interiore: in un gioco di specchi e riflessi è rappresentata la relazione con noi stessi e quella con il mondo. Tutte le declinazioni dei bisogni di conoscenza, delle conflittualità irrisolte e delle istanze individuative, si rivelano in questo spazio che mostra “la situazione così com’è”, senza  sentimentalismi.

“Gli eventi onirici indicano la via. Indicano ciò che è probabile o sicuro che si sviluppi, in base alla situazione attuale. Quindi essi incoraggiano o ammoniscono. Il soggetto nel sogno può accettare di correre un rischio e assolvere ad un compito difficile, oppure può fare un passo falso e precipitare in un dirupo. Tali esiti sono metafore che richiamano l’attenzione su qualcosa che è accaduto o sta accadendo al di fuori della consapevolezza. Dato che il sognatore -prima del messaggio del sogno- non comprende la natura dell’evento, l’immagine onirica è un invito ad esaminare i fatti esterni o psicologici. Ma l’esito indicato dal sogno può anche essere modificato o evitato se mutano la consapevolezza e la capacità del sognatore” (1).

“Il sogno sostiene lo sviluppo dell’individuo presentando il materiale che deve essere affrontato in quel momento” (2).

Quando l’Io si distanza dalla realtà interiore, il sogno giunge come vettore di forza coscientizzante: diviene cassa di risonanza della voce del Daimon (3) che vede e prevede, conservando in sè l’immagine del nostro destino.

Il sogno assolve a molte funzioni: oltre a quelle antiamnesica, compensatoria, problem solving, ludica, ristrutturante l’unità psicosomatica, traumatolitica, sua proprietà fondamentale è quella di mostrare la rete dei significati che si intessono nell’esperienza, in un continuo balance tra la necessità di adattarsi al cambiamento e quella di percepire e conservare la propria integrità e specificità.

L’attività onirica, in ultima istanza, sembra svolgere un ruolo rivelatorio e auto-correttivo rispetto alla struttura, validità e sostenibilità della nostra immagine del mondo. Ci fa entrare nelle “crepe” della sua architettura e attraverso l’esplorazione e l’osservazione possiamo comprendere come questa immagine, ormai depositata sul fondo della coscienza, rischia per abitudine e inerzia di sovrascriversi al mondo stesso, in un moto di tradimento della realtà. Come scrive Ferdinando Pessoa: “Solo i sogni sono sempre quelli che sono. E’ il lato di noi in cui nasciamo e siamo sempre naturali e nostri”, in cui quindi riscoprirci e individuarci.

L’esperienza onirica appartiene tanto alla psiche quanto al corpo, senza soluzione di continuità, ci attraversa in ogni direzione e diventa biografia, traccia storica, riscoperta di identità. Ogni qual volta riponiamo cura e attenzione al “farsi dell’anima” (4) ci prendiamo anche la responsabilità delle nostre scelte e della libertà che ricerchiamo.

Meta e contemporaneamente direzione di un vivere totale è lo sviluppo della capacità di accorpare il sentire, il pensare e l’agire in una sequenza armonica e naturale che non si oppone alla realtà, ma si accorda con essa in uno slancio vitale d’espressione di sè, all’interno di contesti di relazione con il mondo. Il sogno è uno strumento per stare nella Realtà, ci allena al mondo della veglia, ci informa sul giorno che verrà.

Il blog propone un menù composto di letture tematiche intese come angolature sull’onirico e affini: dalle riflessioni, alle teorie, i racconti, passando per i libri, i film e le immagini. Il tutto atto a promuovere cultura del sogno e del sognare, per rientrare in contatto con il linguaggio che ha dato origine e forma al mondo e ne permette il continuo divenire.

 

Marta Giovannini

 

(1) Da “Il linguaggio dei sogni. Simboli e interpretazioni” di E. C. Whitmont e S. B. Perera, Ed. Astrolabio, p. 36

(2) ibidem

(3) “Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. È il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino”. J. Hillman, Il codice dell’anima

(4) “Chiamate, vi prego, il mondo ‘la valle del fare anima’. Allora scoprirete a cosa serve il mondo”, scriveva il poeta John Keats in una lettera del 1819. L’espressione è stata ripresa dall’analista e scrittore post-junghiano James Hillman per indicare come la vita sia l’avventura umana del vagabondare per la valle del mondo col fine di fare anima, di trasformare gli eventi in esperienze.