Home

 

Il Sogno di Psiche è uno spazio di costruzione e approfondimento del rapporto con la dimensione onirica: il sognare ci accompagna per tutto l’arco di vita e traccia il percorso sulla mappa della nostra psicogeografia.

Il sogno è una naturale, autentica e sempre disponibile visione dei processi interiori, nuovo sguardo che ci consente un miglior orientamento e adattamento nella realtà della veglia. Il linguaggio onirico si avvale spesso di un codice narrativo somatico e spaziale, piuttosto che di quello verbale:

  • si articola su movimenti, posizioni e gestualità;
  • si affida al corpo e a come esso abita lo spazio;
  • è canale dei processi d’organo: descrive le condizioni psicofisiologiche in termini simbolici.

In virtù della sua dimensione polivalente di fronte al sogno è necessario lasciarsi impressionare come pellicole, procedendo senza pregiudizi, certezze e improprie o intempestive attribuzioni di significato. Ogni traduzione standardizzata e conchiusa ne tradirebbe senz’altro la complessità e l’estensione semantica: nelle produzioni simboliche con cui la psiche si costruisce e manifesta è segnata la via che conduce a “diventare ciò che si è” (Pindaro).

 

Rispetto all’approccio con il materiale onirico C. G. Jung sosteneva:

Ogni interpretazione è solo un’ipotesi, un puro tentativo di lettura di un testo ignoto” (Opere, vol. 16, p. 161).

La cosa migliore sarà di trattare il sogno come un oggetto del tutto ignoto: lo si esaminerà da tutti i lati, ci si familiarizzerà con esso, lo si porterà con sè, vi si farà sopra ogni sorta di fantasie...” (Opere, vol. 10, p. 219).

 

Il sogno ci porta in quella profondità che è dimensione propria della Psiche: è il luogo dove si formano e si schiudono le immagini, che salgono alla coscienza performandola prima che esse le siano note.

Nel bellissimo libro “I sotterranei dell’anima” Carotenuto scrive: “l’immagine diviene lo strumento di dialogo tra l’Io e l’inconscio, e attraverso di essa l’uomo fa esperienza del suo mondo sotterraneo” poichè ha il “potere di aprirlo alla psiche e farlo accedere ad un territorio sconosciuto che nè la sola ragione nè il solo istinto possono rivelare, e la cui materia è il sogno, la visione interiore”.

 

Nel teatro del sogno l’Altro é sempre noi, voce interiore e istanza identitaria nel vasto pantheon psichico che ci costituisce. Ognuno degli attori incarna, con il suo colore e timbro, uno spettro di emozioni, stati d’animo, comportamenti e reazioni: il processo conoscitivo è veicolato dalla differenza e solo nell’incontro con l’Altro da noi sperimentiamo la nostra totalità, trascendendo il personale per arrivare alla comprensione della nostra umanità.

La luce nel buio che è il sogno è come un faro che indica quale direzione stiamo percorrendo o quale sarebbe meglio seguire: ci offre spunti di riflessione, cambi di prospettive, insight, strategie e soluzioni. In un movimento di trasparenza a se stessi, in cui siamo contemporaneamente l’osservatore e l’osservato.

 

Sognare è nutriente e risanante: è un processo autopoietico che ci permette di evolvere come individui e come specie, trovando e realizzando la nostra Natura. Scendendo nel mondo Infero del Sogno (Hillman) ogni mattina risorgiamo gravidi di immagini e significati che parlano una lingua senza tempo. Sognare è lavorare sulla Memoria, sul conosciuto non pensato (Bollas), sulla restituzione di senso. Sognare è fare anima, ovvero trasformare gli eventi in esperienze (Hillman).

La dimensione fondante del sogno è il suo potere di connessione: tra i contenuti, i livelli dello psicosoma, le persone e tra l’umano e la Natura. Il lavoro con il sogno pertanto si dispiega e necessita di più livelli: individuale, diadico e sociale. Attraverso il dialogo a più voci accediamo alla dimensione relazionale del sogno e alle sue proprietà emergenti.

 

Il blog promuove Cultura del Sogno e del Sognare ridando voce al mondo onirico, alla sua natura, le sue manifestazioni e funzioni.